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Diminuisce la spesa delle famiglie: si risparmia su abiti e medicine

I nuclei familiari italiani spendono 1500 euro in meno l'anno. Tagliano soprattutto i costi per l'acquisto di abiti, vestiti e persino per curarsi

ROMA. Tra il 2008 ed il 2013 la spesa media annuale delle famiglie italiane si è ridotta di oltre 1.500 euro. È quanto risulta da una elaborazione dell'Unione nazionale dei consumatori dell'indagine Istat contenuta nell'Annuario statistico italiano.

La cifra praticamente raddoppia con 2.988 euro di spesa in meno da inizio crisi per una famiglia tipo composta da due genitori con due figli piccoli. I tagli maggiori nell'abbigliamento e la salute mentre sono aumentate le spese per l'istruzione.

In media, secondo l'elaborazione dell'Unione nazionale consumatori una famiglia spende 1507 euro in meno rispetto al periodo precrisi. Dal 2008 al 2013 i consumi di una famiglia media sono passati, infatti, da 29.816 a 28.309 euro, scendendo del 5,05%.

I consumi annui delle coppie con due figli invece hanno avuto una riduzione percentuale del 7,93%. Per quanto riguarda le coppie con 2 figli, la classica famiglia, durante la crisi, dal 2008 al 2013, il capitolo di spesa che ha subito la maggiore contrazione è quello dell' abbigliamento e calzature con un calo del 26,49%.

In valore assoluto si tratta di una minor spesa pari a 719,52 euro. La voce che registra la seconda maggiore diminuzione percentuale, -19,96%, è quella di «Mobili, elettrodomestici e servizi per la casa», una differenza tra il 2008 ed il 2013 pari a -389,16 euro.

«Si tratta, in entrambi i casi, di acquisti di beni superflui, rinviabili a tempi migliori ed indicano, nella migliore delle ipotesi, la volontà delle famiglie di risparmiare, mentre, nella peggiore, l'impossibilità di mantenere lo stesso tenore di vita» ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario generale dell'Unione Nazionale Consumatori.

Al terzo posto la voce «Sanità», - 19,76%, -260,64 euro. «La contrazione di quest'ultima voce è quella che dovrebbe destare maggiore preoccupazione e allarme sociale, dato che di tratta di spese necessarie, difficilmente comprimibili.

Indica la difficoltà delle famiglie ad arrivare a fine mese. Per alcune famiglie andare dal dentista è diventato un lusso che non si possono permettere» ha proseguito Dona.

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