PALERMO. Il piano prevede una riduzione degli organici che passa attraverso il prepensionamento di almeno 6 mila operai sia del settore anticendio che dell’Azienda foreste mentre i costi a carico della Regione dovranno scendere in un triennio dagli attuali 300 milioni a 70 cercando di spostare la spesa residua sui fondi europei. Eccola la bozza di riforma che riguarda l’impiego dei forestali: è inserita nel pacchetto di misure che l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, ha consegnato a Palazzo d’Orleans per individuare i campi d’azione in vista della Finanziaria di aprile.
I tagli sono indispensabili per ottenere da Roma un aiuto nell’affrontare l’emergenza economica. Già annunciate da tempo le riforme che investiranno il pubblico impiego regionale (prepensionamenti, taglio di 600 postazioni dirigenziali e dei permessi sindacali, eliminazione della clausola di salvaguardia che garantisce stipendi intatti anche quando viene revocato un incarico di vertice), Baccei e l’assessore all’Agricoltura Nino Caleca hanno messo a punto il piano per la galassia extra regionale.
I prepensionamenti
E si partirà dai forestali. «Il processo di riforma - si legge nella carte depositate a Palazzo d’Orleans - dovrà essere propedeutico a un piano straordinario per accompagnare alla pensione tutti i soggetti che hanno più di 60 anni. Una platea che ammonta a seimila unità». Questa è la prima mossa che prevede inoltre «la riduzione del numero degli addetti al servizio antincendio attivo introducendo limiti di età e livelli di professionalità in linea con il grado di specializzazione e il rischio che ne deriva». Chi verrà trasferito dal settore antincendio ai normali impieghi da operaio perderà l’indennità extra che vale circa il 10% della paga. Per il resto il piano prevede «la riduzione dell’organico del 25/30% e la riduzione dei costi del 30%». Per sopperire ai tagli la bozza di riforma di Caleca e Baccei prevede «che una parte dei costi venga coperta da nuove entrate. Nel primo anno si può ipotizzare che questa quota raggiunga il 10% mentre a regime, al termine del primo triennio, si arriverà al 30%».
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