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Piano giovani, licenziati i 32 esperti di Italia Lavoro scelti con un concorso

Ora minacciano ricorsi e richieste di risarcimento danni contro Palazzo d'Orleans e la stessa società.

PALERMO. Nella Sicilia delle consulenze affidate a fedelissimi e soliti noti, i 32 esperti selezionati dalla società ministeriale Italia Lavoro tramite concorso, per supportare il Piano giovani della Regione, sono stati licenziati in tronco. E ora minacciano ricorsi e richieste di risarcimento danni contro Palazzo d'Orleans e la stessa società.

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La vicenda riguarda il piano da 100 milioni per promuovere l'occupazione giovanile nell'Isola. Il progetto era stato affidato dalla Regione alla società ministeriale Italia Lavoro che, a sua volta, aveva avviato una selezione per 32 «supervisori» che avrebbero dovuto supportare uno dei bandi del progetto, quello per i tirocini retribuiti in azienda.

Il gruppo ha superato una concorso che ha tenuto conto di curriculum e titoli, del risultato di un test scritto e dell'esito di un colloquio. Nel frattempo, però, è arrivato il mega flop del bando per selezionare on line i tirocinanti e l'accordo con la società è stato revocato dall'ex dirigente alla Formazione, Anna Rosa Corsello. I rapporti tra Italia Lavoro e la Regione non sono mai stati ricuciti e nei giorni scorsi la società ha comunicato ai contrattisti di avere sciolto il contratto. «Siamo spiacenti di comunicarle - è scritto nella lettera recapitata ai selezionati - che la Regione siciliana non ha revocato il decreto 4567», cioè il provvedimento di revoca della Corsello, «e ha ritenuto opportuni configurare un nuovo Piano giovani - prosegue la lettera - che prevede un diverso coinvolgimento di Italia Lavoro differente da quello inizialmente previsto col progetto Giovani in Sicilia predisposto dall'azienda». Per cui «in questo quadro essendoci una sopravvenuta impossibilità di realizzazione delle attività progettuali a lei demandate, il contratto stipulato deve intendersi definitivamente risolto». Per i 32 esperti in materie del lavoro il sogno di un contratto da circa 1.600 euro lordi al mese per 16 mesi sembra dunque sfumato. In realtà il gruppo non ha mai realmente lavorato o percepito alcun compenso, ma Marcello Capetta, che ora si fa portavoce della protesta, spiega che «alcuni di noi hanno rinunciato ad altri lavori perché all'Inps risultavano alle dipendenze di Italia Lavoro».

Il gruppo incontrerà la prossima settimana l'assessore alla Formazione, Mariella Lo Bello, per trovare una soluzione evitando lo scontro giudiziario.

A compromettere i rapporti tra Regione e Italia Lavoro è stato il ritorno, anche se al dipartimento del Lavoro, della dirigente Anna Rosa Corsello, che aveva revocato la gestione del Piano giovani dopo il flop del bando per i tirocini. Italia Lavoro ha scritto al governo dicendo chiaramente che non avrebbe più intrattenuto rapporti con la Regione se l'interlocutore fosse rimasto la Corsello. A farne le spese sono stati i 32 selezionati di agosto, ma a tremare ora sono i circa 60 contrattisti che da anni lavorano a supporto della Regione per conto proprio di Italia Lavoro. Al momento dalla società ministeriale nessuna replica sulla vicenda.

 

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