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Manovra, niente bonus da 80 euro per i pensionati

Il testo approda al Senato. Novità sul fronte delle partite Iva: sale a ventimila euro la soglia per accedere al nuovo regime forfettario dei minimi

Pier Carlo Padoan

ROMA. Tasse su fondi pensione e rivalutazione del Tfr. Prelievo, da riordinare, sulla casa. Irap e regime dei minimi per venire incontro ai 'piccoli'. Sarà il 'pacchetto fiscale' il cuore degli interventi che il Senato si appresta a mettere a punto per correggere la legge di Stabilità.

Dopo il primo round 'filato liscio' alla Camera, i senatori affilano le unghie, intenzionati a lasciare il segno, in nome del bicameralismo perfetto, sulla manovra. Mentre il premier Matteo Renzi annuncia che arriveranno altri 50 milioni di euro per il servizio civile. Ma problemi si annunciano per l'autotrasporto con un possibile 'stop' paventato da Confartigianato Trasporti se le norme per il settore non cambieranno. La manovra dovrebbe restare in Senato due-tre settimane al massimo, con l'obiettivo di chiudere anche la terza lettura alla Camera entro Natale.

E già dalla maggioranza, Ncd in testa, così come dalle opposizioni, si comincia a fare la lunga lista di 'desiderata', da Forza Italia che chiede un intervento deciso per "tagliare le tasse per 40 miliardi in due anni" al partito di Angelino Alfano che, dopo avere incassato misure pro famiglia a Montecitorio, ora chiede che si diano risposte sul fronte della tassazione locale sugli immobili (sia ad uso abitativo, sia quelli strumentali delle imprese).

Di sicuro non ci saranno interventi sul bonus degli 80 euro, che non sarà allargato nemmeno ai pensionati, come ha già chiarito il ministro Pier Carlo Padoan ricordando che la priorità per il governo per ora è quella di ridurre "la pressione fiscale sul lavoro per favorire più occupazione". Proprio per questo è quasi certo, invece, un 'correttivo' su Irap e partite Iva, per venire incontro alle richieste di piccole e medie imprese e professionisti.

Da un lato dovrebbe arrivare un aumento della franchigia, dall'altro il passaggio da 15mila a 20mila euro della soglia per accedere al nuovo regime forfettario dei minimi. Ma è soprattutto ad alleggerire l'aumento della tassazione sui rendimenti dei fondi pensione e sulla rivalutazione del Tfr che l'esecutivo dovrà pensare. La scelta politica non è ancora stata fatta, ma la soluzione tecnica potrebbe essere quella di portare il prelievo sulla previdenza integrativa al 17%, contro l'aumento al 20% previsto dalla prima versione della manovra (oggi è all'11,5%).

Allo stesso modo potrebbe essere limitato al 20% (anziché al 26%) l'incremento per i fondi delle casse previdenziali, purché riconvertano i loro investimenti esteri su attività economiche italiane. Il passaggio al Senato potrebbe essere decisivo anche per la tassazione sulla casa, con l'introduzione della nuova local tax in cui incorporare Imu e Tasi. Anche in questo caso però le difficoltà non mancano e non è detto che le novità arrivino nei tempi della legge di stabilità.

Le aliquote potrebbero essere fissate tra il 2,5 e il 5 per mille sulla prima casa e tra l'8 e il 12 per mille sulla seconda. La partita si giocherà inoltre sui tagli alle Regioni, e sulla ricerca di una soluzione per i dipendenti delle Province, visto che la Camera si è impegnata solo su quelli ai Comuni. L'ammontare della spending imposta ai governatori dovrebbe rimanere a 4 miliardi, ma a farne le spese potrebbe essere il Patto per la Salute alleggerendo così la richiesta.
Il passaggio al Senato potrebbe essere decisivo anche per la tassazione sulla casa, con l'introduzione della nuova local tax in cui incorporare Imu e Tasi. Anche in questo caso però le difficoltà non mancano e non è detto che le novità arrivino nei tempi della legge di stabilità. Le aliquote potrebbero essere fissate tra il 2,5 e il 5 per mille sulla prima casa e tra l'8 e il 12 per mille sulla seconda. La partita si giocherà inoltre sui tagli alle Regioni, e sulla ricerca di una soluzione per i dipendenti delle Province, visto che la Camera si è impegnata solo su quelli ai Comuni.
L'ammontare della spending imposta ai governatori dovrebbe rimanere a 4 miliardi, ma a farne le spese potrebbe essere il Patto per la Salute alleggerendo così la richiesta.

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