ROMA. Grazie all'Italia, l'Ue ha capito che non si può più «strisciare sul fondo della crescita» e «parla soprattutto di investimenti». Il ministro Padoan, al Corriere della Sera, spiega che non sfonderemo il 3% come la Francia. Gli 80 euro ai pensionati? Prima «la pressione fiscale sul lavoro, per favorire più occupazione».
«La crescita scarsa e la bassa inflazione mi preoccupano eccome, ma il dato dell'ultimo trimestre indica un punto di svolta». L'ottimismo, secondo il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan - intervistato dal Corriere della Sera - è necessario. «Il governo deve lavorare anche sulle aspettative», dice. Chiaramente serve anche la «concretezza», e nella legge di Stabilità - aggiunge il ministro - c'è, con i «18 miliardi di taglio delle tasse», finanziato «da un taglio delle spese».
Rispondendo a una domanda sugli 80 euro, che anche i pensionati si aspettano, Padoan spiega che «abbiamo fatto quanto consentito dalle risorse, cominciando dalla pressione fiscale sul lavoro per favorire più occupazione, che significa anche più crescita e quindi più risorse che potranno poi essere redistribuite». Perchè non abbiamo fatto come la Francia? «Sfondare il 3% sarebbe un errore gravissimo», implicherebbe una «totale perdita di credibilità». «Mantenendo i vincoli di bilancio, continueremo a tagliare le tasse», spiega. E parlando del rinvio a marzo del giudizio Ue sul nostro bilancio sottolinea che «responsabilmente Bruxelles ha compreso che non si poteva continuare a strisciare sul fondo della crescita. Che non basta verificare, come fossimo computer, i saldi contabili per stabilire la giustezza o meno di una politica di bilancio». E questo aggiunge - è «merito anche della presidenza di turno italiana», «oggi si parla finalmente di investimenti con il piano Juncker da 300 miliardi».
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