ROMA. Nei primi 9 mesi di quest'anno in Italia sono cresciuti del 59,2% i suicidi per cause economiche. Lo rivela un'indagine su notizie stampa di Link Campus University in cui si mette in evidenza che per la prima volta, da quando Link Lab, il Laboratorio di Ricerca Socio-Economica dell'ateneo ha istituito l'Osservatorio suicidi per crisi economica (2012), il numero maggiore di vittime si concentra tra i disoccupati e non tra gli imprenditori. L'aggiornamento dei risultati monitorati dall'Università romana segnala una escalation degli episodi tragici, con 164 vittime da gennaio a fine settembre 2014 (lo scorso anno nello stesso periodo erano 103), che portano a 402 il numero di persone che hanno deciso di togliersi la vita per motivi economici dal 2012 a oggi.
Gli 82 suicidi tra le persone disoccupate, esattamente il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, hanno modificato la triste graduatoria legata alla condizione lavorativa delle vittime, sino a oggi condotta dagli imprenditori (67 casi nei primi 9 mesi del 2014). Inoltre, se è confermato che il dramma investe quasi esclusivamente i maschi (154 uomini, 10 donne), cambia invece l'età di chi ha deciso di togliersi la vita, abbassandosi di oltre 10 anni. Da quanto risulta dall'indagine di Link Lab, il 36,6% dei suicidi di quest'anno riguarda la fascia tra i 45 e i 54 anni, mentre i 55-64enni - che solo lo scorso anno rappresentavano la casistica più frequente - registrano un'incidenza minore anche rispetto ai 35-44enni (22,6%). È ancora il Veneto la regione che conta il maggior numero di casi (26), seguito dalla Lombardia, che è passata da 6 a 21 suicidi e dalla Campania con 19 (erano 10 nello stesso periodo del 2013).
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