ROMA. Stretta in arrivo sul redditometro. Il nuovo strumento dell'Agenzia delle entrate per la lotta all'evasione fiscale dovrebbe arrivare «tra poche settimane», sicuramente entro la fine dell'anno.
Una volta sciolti gli ultimi nodi con l'Autorità di vigilanza sulla Privacy dovrebbero dunque partire i controlli, ma visti ormai i pochi mesi a disposizione difficilmente si arriverà ai 35.000 commissionati alle Entrate dal Dipartimento delle Finanze per l'intero anno 2013. «Per il nuovo redditometro credo sia questione di qualche settimana, senz'altro si parte entro la fine dell'anno», ha rassicurato il vicedirettore dell'Agenzia, Marco Di Capua, precisando che il nuovo metodo di accertamento non sta in realtà subendo alcun ritardo: il nuovo strumento - ha spiegato - «è applicabile a far data dal periodo d'imposta 2009 e dunque ha scadenza ordinaria dicembre 2014».
Sicuramente manca poco: «Abbiamo fornito all'autorità della Privacy l'adeguamento ai chiarimenti che loro ci hanno dato», ha aggiunto chiarendo a che punto è l'iter. L'intenzione di procedere a 35 mila controlli sui contribuenti rimane in piedi, nonostante il 2013 sia quasi agli sgoccioli, ma bisognerà fare inevitabilmente i conti con tempi più stretti. Il periodo di applicazione si restringe infatti ogni giorno e difficilmente il numero potrà essere quello previsto nella convenzione con il ministero dell'Economia: «Non saranno controlli di massa - ha puntualizzato - ma su un campione significativo. Li faremo non appena il nuovo strumento sarà pronto, anche se difficilmente sarà possibile farli tutti entro la fine dell'anno». La vera stretta arriverà dunque probabilmente nel 2014, quando il meccanismo sarà effettivamente a regime per tutto l'anno.
Il redditometro prevede che il cittadino sia chiamato ad un primo confronto se, in base alla banca dati di cui l'Agenzia delle Entrate dispone, il gap tra il reddito e le spese certe sostenute supera il 20%. Se le spiegazioni sono ritenute non sufficienti, si andrà ad un secondo incontro. Per quanto riguarda le spese certe non coerenti con il reddito dichiarato, serviranno prove documentali sul possesso di redditi esenti, con ritenuta alla fonte o non conosciuti dal fisco.
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