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Frutta alle stelle, ronde dei coltivatori

Dopo il blitz dei giorni scorsi nella riviera romagnola, dove Coldiretti ha rilevato rincari al prezzo della frutta di oltre il cinquecento percento, anche nell'Isola si darà la caccia a truffe e anomalie sui prezzi di listino

PALERMO. Rivenditori, attenti. Contro il caro frutta, le ronde degli agricoltori della Coldiretti colpiranno anche in Sicilia. Dopo il blitz dei giorni scorsi in circa venti supermercati della riviera romagnola, dove l'organizzazione agricola ha rilevato rincari al prezzo della frutta di oltre il cinquecento percento, anche nell'isola si darà la caccia a truffe e anomalie sui prezzi di listino, per mettere in guardia i consumatori e spingere le istituzioni competenti ad intervenire.
A mettere in ginocchio i produttori, soprattutto nel periodo delle vacanze, è la forbice sempre più larga tra il prezzo di origine e quello di vendita al pubblico: al Sud, solo per le pesche (in estate punta di diamante della produzione nelle province di Caltanissetta, Agrigento e Messina) i rincari arrivano a superare il 470 percento, con un costo che dall'iniziale 0,36 euro sale a 1,70 di vendita.
«Quello delle speculazioni sui prezzi è un fenomeno generalizzato - spiega Giuseppe Campione, direttore di Coldiretti Sicilia - Perciò, vanno messe in atto una serie di iniziative volte a controllare la filiera e a sensibilizzare la gente all'acquisto critico».
Tra queste «anche l'attivazione a breve delle ronde - assicura Campione - Un'iniziativa valida, prevista dal progetto nazionale, che chiaramente non ha valore sanzionatorio, ma sicuramente serve per mettere in allerta da una dichiarata speculazione sia le istituzioni di competenza che la gente».
Secondo i dati diffusi dall'Ismea, al 10 luglio i prezzi all'origine delle pesche hanno subito una flessione su base settimanale del 18 percento, scendendo in media sui 40 centesimi al chilo: una riduzione, rispetto allo stesso periodo del 2010, che supera il 26 percento. Evidenti ribassi, questi, che in Sicilia, stando a quanto dichiarato dalla sezione regionale di Coldiretti, hanno spinto i produttori direttamente a «non raccogliere le pesche, visto che non è remunerativo farlo».
Non solo, però, prezzi rincarati e contraffazioni. Un'altra bestia nera dell'agricoltura isolana è la vendita di frutta proveniente dall'estero, in un periodo in cui la produzione nostrana dovrebbe essere al suo massimo. «È per questa ragione - conclude il direttore regionale di Coldiretti - che sui prodotti va sempre indicata la loro origine. La filiera deve essere agricola e italiana, i prodotti immessi nel mercato a chilometro zero».
Concetto su cui insiste il presidente di Coldiretti Sicilia, Alessandro Chiarelli: «La filiera diretta organizzata - dice - è la risposta alle speculazioni dei prezzi che ricadono solo sull'agricoltore e sul consumatore. Dobbiamo incentivare la vendita diretta incrementando il consumo di prodotti siciliani. Non si può pensare di acquistare pesche a 1,70 quando il produttore le vende a pochi centesimi. Dalle pesche al latte, solo preferendo i prodotti dell'isola, che non hanno nulla da invidiare a nessuno, si può contribuire allo sviluppo economico».

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