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Crisi, Juncker: "Anche l'Italia rischia contagio dalla Grecia"

Dopo l'avvertimento giunto dall'agenzia di rating Moody's, è stato niente meno il presidente dell'Eurogruppo, a lanciare un nuovo allarme segnalando che sul ruolo dei privati nel nuovo piano di aiuti per Atene si sta "scherzando con il fuoco. Il fallimento di Atene potrebbe incidere anche su Roma"

BRUXELLES. Anche l'Italia, in caso di insolvenza della Grecia, rischia di subire l"effetto contagiò a causa del suo alto debito pubblico. Dopo l'avvertimento giunto dall'agenzia di rating Moody's, è stato niente meno il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, a lanciare un nuovo allarme segnalando che sul ruolo dei privati nel nuovo piano di aiuti per Atene si sta "scherzando con il fuoco". Alla vigilia dell'attesissima riunione a Lussemburgo dei ministri delle Finanze dell'Eurozona sul futuro della Grecia e dell'euro, dalle colonne di alcuni quotidiani europei Juncker ha sottolineato che "il fallimento della Grecia potrebbe contagiare Portogallo e Irlanda", ma anche "il Belgio e l'Italia, prima della Spagna".


Dando così voce a una preoccupazione che si sa essere ampiamente condivisa anche dalle stesse autorità nazionali. Per 'Mr euro', scelte sbagliate sulla "forma" e le "dimensioni" del coinvolgimento dei privati nel nuovo piano salva-Grecia potrebbero innescare una vera e propria "catastrofe". Un punto di vista che la cancelliera tedesca Angela Merkel - dopo l'intesa raggiunta ieri con Sarkozy in merito al carattere 'soft' e volontario della partecipazione dei privati - ha oggi mostrato di condividere. Affermando, nel corso del suo intervento a un convegno della Cdu a Berlino, di ritenere che il default di un Paese dell'eurozona avrebbe conseguenze "incontrollabili". La posizione della Merkel, nonostante le smentite ufficiali, non sembra però essere la stessa del suo ministro delle Finanze, il 'falco' Wolfgang Schaeuble, noto fin dai tempi nella nascita dell'euro per le sue posizioni rigide e intransigenti, anche nei confronti dell'Italia.     


Schaeuble oggi è tornato a insistere sul carattere "sostanziale, quantificabile e sicuro" che dovrà avere il ruolo che saranno chiamati a svolgere banche, fondi d'investimento e assicurazioni. Una posizione sostenuta con determinazione anche dal governo olandese di centro-destra. Ma se si vuole evitare di incendiare l'eurozona, ha ammonito Juncker, bisognerà agire con "prudenza e precauzione".    Soprattutto non prendendo decisioni che siano in contrasto con la Bce e che vengano recepite dalle agenzie di rating e dai mercati come un default. Tra domani e lunedì, dai ministri delle Finanze dell'Eurogruppo e dell'Ecofin dovrebbe comunque arrivare il via libera alla quinta tranche, da 12 miliardi di euro, del prestito Ue-Fmi da 110 miliardi concesso ad Atene un anno fa.     


Questo consentirà alla Grecia di avere ossigeno fino a settembre e all'Ue di avere più tempo per trovare un'intesa sulla scottante questione del ruolo dei privati nel nuovo piano d'aiuti. Nella speranza di arrivare a una decisione nell'incontro fissato per l'11 luglio prossimo a Bruxelles. E sempre che, nel frattempo, ad Atene governo e Parlamento diano un sostegno unanime al nuovo piano di austerità.

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