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Fitto in Sicilia: a rischio 930 milioni di fondi Ue

Il ministro degli Affari regionali ha incontrato Lombardo, argomento principale la spesa delle somme Por e Par-Fas 2000/2006 e 2007/2013. “In alcuni casi i ritardi sono dovuti a fattori esterni, ma spesso sono collegati al metodo di spesa delle regioni"

PALERMO. Nel corso dell'incontro tra il ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto e il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, sono stati discussi i dati della ricognizione sull'utilizzo dei fondi Fas 2000-2006, dei relativi disimpegni e sono stati illustrati gli esiti dei primi controlli effettuati sulle risorse liberate. Per quanto riguarda i Fas 2000-2006 alla Regione sono andati 4,067 miliardi con un disimpegno di 105 milioni di euro.
Le risorse da riprogrammare ammontano a 341 milioni, 96 milioni sono da verificare, così come i progetti per 180 milioni. Con un avanzamento della spesa per il 26%. Per il Por 2000-2006 sono state liberate risorse per 2,367 miliardi di cui almeno 1,2 miliardi disponibili da riprogrammare e una parte di circa 300 milioni da verificare. Per il Por 2007-2013 le risorse ammontano a 6,5 miliardi. L'obiettivo di spesa al 31 dicembre 2011 è di 1,431 miliardi, ma la spesa effettuata finora è di 500 milioni. Sono a rischio disimpegno quindi 930 milioni.
"L'obiettivo per la spesa dei fondi comunitari – ha detto Fitto - è la concentrazione su alcuni interventi strategici e su alcune mete condivise che devono essere alla base della programmazione. Se entro la fine di marzo riusciremo a riprogrammare alcuni interventi, allora possiamo migliorare una situazione che ci preoccupa".
"Abbiamo in corso - ha proseguito il ministro - un dibattito a livello europeo sulle risorse. Non vogliamo perdere un solo euro dei fondi disponibili. Entro lunedì concluderemo la verifica con le regioni del Mezzogiorno sul piano di attuazione Fas e Por 2000/2006". "Serve una forte accelerazione sulla percentuale di spesa del Par-Fas 2000/2006. In alcuni casi i ritardi sono dovuti a fattori esterni, ma spesso sono collegati al metodo di spesa delle regioni", ha concluso.

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