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Tremonti: non aumenterò le tasse

Il ministro dell'Economia: "Niente interventi sui ceti più deboli, la riduzione degli stipendi ai parlamentari è solo un aperitivo"

Nessun aumento di tasse soprattutto a carico dei ceti più deboli, solo tagli alla spesa improduttiva per esempio colpendo i falsi invalidi. Quanto alle pensioni, il sistema italiano «è stabile, tra i più stabili in Europa. Funziona bene» e dunque non sarà stravolto. Sono le prime anticipazioni della manovra di correzione dei conti pubblici chiesta dall'Unione europea, certificate dal ministro dell'Economia in persona, Giulio Tremonti, dopo le breve nota diffusa domenica scorsa per dire che «nulla è stato ancora deciso» e le indiscrezioni che circolano «sono solo notizie confuse».
«Non aumenteremo le tasse, non ci saranno interventi sui ceti più deboli», ha spiegato il ministro al termine della riunione dell'Ecofin chiamata a fare il punto sulla situazione in Grecia. «Non metteremo le mani in tasca ai cittadini» e, quanto alla proposta di ridurre gli stipendi ai parlamentari del 5 per cento, «è solo un aperitivo». Verrà intensificata la lotta all'evasione fiscale. In questo senso si registrano due importanti novità: l'aggiornamento del redditometro e l'arrivo in Italia della lista sottratta ad Hsbc di Ginevra da Hervè Falciani, ex dipendente della banca, che contiene i nomi di settemila correntisti italiani sospettati di evasione fiscale. La lista è stata richiesta, per rogatoria, dalla procura di Torino ed è già all'esame della guardia di finanza.
Per quanto riguarda il redditometro l'ipotesi di studio riguardano l'acquisto di mini-car, le iscrizioni a club e scuole esclusive, le spese per i viaggi all'estero, la stipula di polizze assicurative e le spese di ristrutturazione. Secondo il ministro, nella richiesta europea di ridurre l'indebitamento delle amministrazioni pubbliche, «per il nostro paese non ci sono cambiamenti negativi». C'è, anzi, «una cifra etica»: il ruolo di uno stato che dà a chi ha bisogno e non dà a chi non ha bisogno, che riduce la spesa senza nessuna giustificazione se non la clientela e il potere. «Non sarà - ha spiegato ancora Tremonti - solo un cambiamento economico ma un cambiamento di cifra etica, una correzione di sistema».
Ufficialmente il Tesoro ha parlato di una manovra di 1,6 punti di Pil per il 2011 e 2012 che, se si prende a riferimento il Prodotto 2010, risultano pari a 25 miliardi di euro. E quando si parla di una manovra di 25 miliardi «non si può non pensare che la sanità, che rappresenta l'80 per cento dei bilanci regionali, possa in qualche modo non essere toccata. Quindi possiamo dire che l'ipotesi di tagli alla sanità è plausibile», ha osservato il ministro alla Salute, Ferruccio Fazio. Un altro pezzo di welfare truffaldino che va via.
Infine in serata ha parlato anche Giuliano Cazzola (Pdl): a Porta a Porta ha ipotizzato una modifica delle finestre pensionistiche con risparmi tra 800 milioni ed un miliardo.

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