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Addio a Jane Birkin, icona di musica, moda e cinema

Aveva 76 anni. Sussurrò con Gainsbourg «Je t’aime...moi non plus»

Jane Birkin

L’inglese più amata dai francesi, l’icona sexy e pop degli anni Sessanta, la rivoluzione in minigonna, la vita tumultuosa. Ma soprattutto quel sussurro del «Je t’aime...moi non plus» che l’ha resa unica e indimenticabile. Era tutto questo e molto di più Jane Birkin, «artista completa, tanto dolce era la sua voce, tanto ardente il suo impegno» come ha voluto ricordarla il presidente Emmanuel Macron.

Londinese di origini, naturalizzata francese e musa di Serge Gainsbourg, è stata trovata oggi morta a 76 anni nella sua casa parigina. Da tempo era gravemente malata, tanto da essere costretta ad annullare i suoi concerti in primavera. Lo aveva annunciato lei stessa, spiegando di avere «bisogno di tempo» per tornare in scena, davanti al suo pubblico. L’ultima volta in pubblico era apparsa a febbraio - indebolita e sofferente - durante la cerimonia dei César, gli Oscar francesi, nel mese di febbraio. Al suo fianco, la figlia Charlotte Gainsbourg e la nipotina Alice.

Il successo planetario del duetto con Gainsbourg è pieno di risvolti: il pezzo era stato scritto per Brigitte Bardot, che lo interpretò per prima. Ma in seguito a divergenze con l’attrice francese, Gainsbourg chiese l’anno dopo alla sua nuova fiamma, la giovanissima inglese Jane Birkin, di cantarla per lui. Lei lo fece, con l’accento lievemente british che fece impazzire i francesi, con la voce più alta di un’ottava e i sospiri che proiettarono il brano al primo posto della Hit Parade inglese.

«È impensabile vivere in un mondo senza la tua luce», ha scritto oggi su Instagram una delle persone che le sono state più vicine, il cantante Etienne Daho, ripensando a quella e a tante altre interpretazioni della Birkin. Al cinema, ha incantato passando da Antonioni in «Blow up» (Palma d’oro a Cannes nel 1967) a «La Piscina» al fianco di Romy Schneider e Alain Delon, nel 1969. Sul set fu protagonista di oltre 70 film, girando con Jean-Luc Godard, Jacques Doillon, Jacques Rivette, Agnès Varda o James Ivory.

«Nonostante le apparenze - diceva - ho qualcosa in me di infinitamente triste, un terribile senso di colpa che non mi lascia da quando ero piccola». Non l’ha mai lasciata neppure il senso della modestia e della coscienza di sé, personaggio di fama mondiale che ripeteva di avere l’«istinto» dell’attrice, non il «talento».

Era nata nel 1946 a Londra, suo padre David Birkin era comandante della Marina britannica e uomo della Resistenza, sposato con l’attrice Judy Campbell. Jane, nella sua movimentata vita amorosa, ha avuto 3 figlie. La prima, Kate Barry, fu anche il più grande dolore della sua vita: era nata nel 1967 dal suo primo matrimonio con il celebre compositore John Barry, Jane aveva 19 anni e lui 13 più di lei. Kate diventò fotografa ma morì suicida nel 2013. All’arrivo in Francia, fu subito passione con Gainsbourg, più vecchio di 15 anni, che era stato appena lasciato dalla Bardot: fusione totale fra i due, successo planetario e nascita di Charlotte, nel 1971, cantante e attrice come la mamma. Il rapporto pieno di alti e bassi con Gainsbourg si ruppe nel 1980, quando Jane lo lasciò, sfinita dalle sua vita sregolata, dall’alcolismo e dai ripetuti tradimenti, con qualche episodio violento. Per 13 anni, Jane fu poi compagna del regista Lou Doillon, con il quale ebbe la sua ultima figlia, Lou, nel 1982.

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