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Fece conoscere i classici siciliani a New York, muore a 96 anni Olga Ragusa

NEW YORK. Una vita passata a promuovere la letteratura italiana in America. Catanese, arrivata New York da bambina, Olga Ragusa fece conoscere agli americani autori come i suoi conterranei Luigi Pirandello, Giuseppe Verga e Tomasi di Lampedusa, ma anche, più di recente, l’Umberto Eco del «Nome della Rosa». Professoressa emerita di italiano a Columbia, presidente del dipartimento tra 1963 e 1992 e animatrice della sua prima Casa Italiana, Ragusa è morta a 96 anni nella sua casa di Greenwich Village.

Due uomini, il padre Andrea e il maestro, Giuseppe Prezzolini, sono stati il fulcro di una lunga vita trascorsa in mezzo ai libri. Tra le molte pubblicazioni di Olga, una fu dedicata alla figura paterna, «Andrea Ragusa Editore-Libraio Italiano a New York dal 1931 al 1974». Perché la storia dei Ragusa, padre e figlie (Isa, la minore, medievalista a Princeton), è anche legata a questa pagina che affonda le sue origini nella storia dell’emigrazione italiana in America: quando cioè Vanni, la prima libreria italiana negli Usa fondata nel 1884 dal siciliano (di Caltagirone) Sante Fortunato Vanni, fu rilevata negli anni della Grande Depressione dal consulente editoriale Ragusa appena arrivato dall’Italia con la famiglia. La libreria da Broadway passò a Bleeker Street, poi nella sede sulla 12/a Strada dove Ragusa cominciò a pubblicare libri in inglese ad argomento italiano facendo di Vanni, in un quartiere che era all’epoca l’epicentro delle stamperie, un punto di riferimento culturale non solo per gli emigranti.

Fino al 1974, quando venne ucciso in una rapina davanti al negozio, Andrea fu il principale fornitore di libri italiani per le biblioteche pubbliche e universitarie in Nord America. In Prezzolini, arrivato negli Usa per insegnare a Columbia nel 1929 e dal 1930 direttore della Casa italiana, Ragusa trovò un amico e un collaboratore: assieme crearono il «Club del Libro Italiano del Mese». Alla morte di Andrea la libreria passò nelle mani di Isa e Olga, fino al 2004, quando il sipario su quella avventura calò per sempre.

E’ in quella casa sulla 12/a, dove due anni fa la libreria Vanni risorse per qualche mese per iniziativa del Centro Primo Levi, che Olga Ragusa ha passato a letto gli ultimi anni della sua vita e dove è morta, lasciando tutto a una fondazione «per le humanities» che da anni è gestita da Andrea Ciccarelli della Indiana University.

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