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Diego Abatantuono: la tv mi diverte ma il mio vero mestiere è il cinema

ROMA. «La tv mi diverte, ma il mio mestiere resta il cinema. Sui film accetto ogni critica, sulla tv possono dirmi se era giusto o meno partecipare al programma, non di più. Questo lo accetto, tanto spesso non sono d'accordo neanche con me stesso».

Diego Abatantuono ha chiuso la sua avventura su La7, come giudice nel talent per comici Eccezionale Veramente, accanto a Paolo Ruffini e Selvaggia Lucarelli. Il vincitore dello show condotto da Gabriele Cirilli è il siciliano Roberto Lipari, che, dopo uno spareggio a colpi di gag con altri due concorrenti, si è aggiudicato un contratto in esclusiva per il cinema e la tv di 100 mila euro per i prossimi due anni con la Colorado Film.

La finale è stata vista da 867 mila spettatori con il 5% di share.

«Sono contento che ci sia stato crescendo di ascolti, dovuto alla bagarre finale e alla qualità dei finalisti. Del vincitore sentirete parlare», dice Abatantuono, non escludendo un bis l'anno prossimo.

«Sono tutti soddisfatti - dice -, se vorranno replicare, vedremo se troveremo un accordo. Per me è stata la prima volta in un talent, in futuro potremmo far tesoro di alcuni errori fatti. La selezione va fatta con criterio, perchè i comici sono tantissimi». Più che dare indicazioni sul livello della comicità in Italia, la trasmissione di La7 ha confermato che «in Italia ci sono centinaia e centinaia di aspiranti comici».

Anche in tv, secondo l'attore, ce ne sono per tutti i gusti, ma pochi gli piacciono. «Non sono tantissimi quelli che mi fanno ridere, ma io sono un addetto ai lavori - spiega -. Guardo le cose con occhio diverso». «La comicità - prosegue - è diversa dalla musica. Ci sono milioni di esempi di gente che riempie i cinema, con film in cui non succede nulla e a me non fanno ridere proprio. È tutto molto soggettivo».

E la satira? «Ce n'è molto poca in tv, ma io ho una mia idea di satira - aggiunge -. Io non l'ho mai fatta, eppure ho sempre interpretato personaggi che lanciavano un determinato messaggio. Troisi non parlava di politica, eppure si capiva come la pensava. Io preferisco dividere la comicità in quella che fa ridere o no».

Uno che non ha mai nascosto le sue idee politiche è Roberto Benigni, ora bersaglio di critiche dopo la scelta di votare sì al referendum di ottobre e le posizioni espresse su Rai1 in occasione della replica de La Più Bella del Mondo, lo spettacolo che ha dedicato alla Costituzione italiana. «Benigni è sempre stato schierato, ha sempre detto le sue opinioni, quindi non c'è un cambiamento in questo senso - sostiene Abantuantuono -. Forse in questo caso è una presa di posizione eccessiva, sicuramente ha un grande peso. Io non ho ancora deciso come votare. Ho ascoltato le varie posizioni, deciderò all'ultimo momento». «Chi dice che non fa più ridere perchè non è più antisistema sbaglia - aggiunge -. Ci sono tanti comici contro il sistema che non fanno ridere affatto. Lui ha semplicemente scelto di percorrere altre strade che non c'entrano con la comicità».

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