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Da Picasso al film su Versace, Banderas: la mia seconda vita latina

ISCHIA. Vive tra New York e Londra, ha progetti nella moda, nel teatro, nel cinema, prepara un nuovo film da regista e intanto insegue il sogno di interpretare Picasso ''che abitava a tre isolati da casa mia'': Antonio Banderas è in piena seconda vita. 54 anni, due divorzi, una figlia Stella avuta da Melanie Griffith appena diplomata, oscilla tra saggezza dovuta all'età ed energia ritrovata.

''Antonio dove hai lasciato la gallina?'': lui stesso in italiano rifà il verso a quella che è la nuova popolarità italiana per la quale, grazie ad una serie di spot tv, è entrato nelle case come uomo del mulino. Scherza su Rosita e i biscotti inzupposi, ''adoro la parodia di Crozza'', dice autoironico l'attore disponibile e affabile con la stampa a Ischia Global Fest in t-shirt arancio e bermuda. E' la star della 13esima edizione del festival e confessa ''di ritrovare un qualcosa di primitivo e di magico. In Italia, qui, ci si sente a casa''. Con lui la giovane compagna Nicole Kimpel. Banderas dice: ''Sono famoso, lavoro da 30 anni, per 25 anni sono stato ad Hollywood, credo di aver fatto tanti bei film, ma sono convinto che il mio migliore ancora non l'ho fatto e sto lavorando per questo''. In attesa che esca il nuovo film di Terrence Malick e si sblocchi il film della vita, quello sul conterraneo Picasso ''raccontato nei 33 giorni in cui dipinse Guernica'' e che dopo uno stop produttivo con la società in bancarotta sembra sia sbloccato di nuovo, Banderas proprio a Ischia ha ritrovato tra gli ospiti Bille August, il regista danese palma d'oro, con cui in un periodo in grande ascesa, i primi anni Novanta successivi ai grandi successi con Almodovar (da Donne sull'orlo di una crisi di nervi a Legami) aveva interpretato La Casa degli spiriti.

''Sarò Gianni Versace - annuncia - con la regia di August, sarà fantastico interpretare un personaggio così speciale''. Il regista conferma, ''la produzione partirà a gennaio, le riprese a marzo, stiamo finendo la sceneggiatura, quella di Versace è una storia pazzesca, pensando da dove è partito, cosa ha significato nella moda di quegli anni e poi quella fine orrenda. Banderas sarà formidabile''. A Londra ''sto frequentando una scuola di marketing e design, mi sto interessando al mondo della moda, per 18 anni sono stato testimonial di un profumo e ora ho voglia di impegnarmi di più, è una situazione che mi affascina''.

Banderas guarda indietro nel suo passato, ricorda i film più significativi fatti ad Hollywood, le 'svolte' anche quelle meno scontate e le inquadra nel contesto sociale. ''Sento, insieme ad altri di aver fatto parte di una piccola rivoluzione. Sono arrivato in America quando la comunità ispanica non aveva quasi rappresentanza, era parte dei flussi migratori, a spagnoli e a portoricani attribuivano ruoli da cattivo o delinquente, penso a Mambo Kings, ma 5 anni dopo avevo maschera, cappa e spada ed ero Zorro, qualcosa stava cambiando, il cattivo era biondo e con gli occhi azzurri. Anni dopo ancora un ruolo 'positivo' in un film cui sono molto legato: ero Il gatto con gli stivali, accento marcatamente spagnolo e il cattivo aveva la voce di Billy Bob Thorton. Con Bardem, Penelope Cruz, e poi naturalmente registi come Inarritu, Cuaron ho cambiato le regole degli stereotipi''. Quando ha capito che la sua vita era ad una svolta? ''La molla - risponde - è stata per motivi personali, dopo il divorzio con Melanie ho cominciato a riflettere, ho avuto la netta consapevolezza che un certo periodo della mia vita era finito e oggi posso dire che è cominciato un nuovo inizio. Ho ricominciato, per dignità, e oggi vedo le cose con occhi diversi. Resta l'energia, credere in quello che fai, essere motivato e io ho ancora tanta passione e una responsabilità rispetto al pubblico oltre che a me stesso''.

Per Banderas fare la pubblicità non è qualcosa di disdicevole anzi: ''Ci sono i soldi ovviamente ma anche la fiducia verso un progetto, quegli spot parlano di famiglia e di valori e io li sposo in pieno. Ho firmato con i Barilla un contratto per sei anni, sono coinvolto nella parte creativa e per altri due anni sarò l'uomo del mulino, adoro quelle storie''. Il cinema italiano lo segue, amerebbe essere chiamato da Sorrentino e Tornatore ma è sentimentalmente legato ai grandi registi del passato così come con occhio nostalgico pensa alle prime frequentazioni da giovane star a Cannes e a Venezia. ''Oggi è un grande circo, devi andarci perché così gira l'industria, ma non è quel centro nevralgico della cultura mediterranea che erano un tempo, sono stati questi festival in qualche modo corrotti. Se devo dirla tutta preferisco eventi più piccoli, quasi dei meeting come qui a Ischia''.

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