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La Regione torna a cedere i tesori di Aidone al Metropolitan di New York: ma esplode la polemica

Sedici argenti di età ellenistica all’estero in forza di un vecchio accordo. La Regione in una nota sottolinea: scambio svantaggioso

PALERMO. L’opera più prestigiosa è un altare con decorazioni e festoni e fa parte di un complesso di 16 argenti di età ellenistica che stanno per essere trasferiti dal museo archeologico di Aidone al Metropolitan di New York. La Regione torna a cedere all’estero i suoi beni culturali anche se questa volta lo fa con una malcelata polemica: costretta, in pratica, da una vecchia convenzione con gli Stati Uniti che il ministero dei Beni culturali ha chiesto di onorare.

I 16 argenti resteranno al Metropolitan Museum of Art per quattro anni. In cambio da New York arriveranno una selezione di gioielli della collezione cipriota Cesnola e un quadro di Antoon Van Dyck raffigurante Santa Rosalia che però verrà esposto all’Abatellis di Palermo.

Sulla carta sembra un semplice scambio frutto di un vecchio accordo del 2006 ma la giunta, nel carteggio che accompagna la decisione di qualche giorno fa, scrive che è «evidente che l’accordo in questione sia del tutto svantaggioso e impari per noi».

L’accordo viene ritenuto anche anomalo. Fu firmato nel 2006 fra l’assessorato ai Beni culturali, all’epoca guidato da Alessandro Pagano, dal ministero e dal Metropolitan. È una convenzione piuttosto ampia che prevede anche il trasferimento per quattro anni dei 16 argenti della casa di Eupolemos. Che però nel frattempo sono finiti in un elenco regionale di opere inamovibili, anche in prestito o a pagamento, stilato nel 2013 dalla giunta proprio per evitare che la Regione si privi di un potenziale attrattivo a vantaggio di altri.

Inoltre l’assessorato, durante le gestioni di Maria Rita Sgarlata e di Pina Furnari, ha commissionato uno studio al dipartimento di Architettura di Palermo scoprendo che gli agenti sono «particolarmente fragili». Da qui il parare negativo alla cessione dato dalla attuale gestione dell’assessorato, affidata ad Antonio Purpura, e dal museo di Aidone.

Assessorato e museo già dal febbraio scorso hanno provato a bloccare il prestito offrendo al Metropolitan «opere alternative - si legge in una relazione inviata a Crocetta - provenienti dai principali musei siciliani. Opere di rilevante qualità e di uguale valore rispetto agli argenti di Morgantina. Ma il Metropolitan ha rappresentato la propria indisponibilità ad accettare la nostra proposta».

Il caso è arrivato fino all’ambasciata italiana negli Usa. E poco dopo il segretario generale del ministero ai Beni culturali, Antonia Recchia, ha scritto alla Regione: «Confido che vorrete favorevolmente accogliere la generosa proposta del Metropolitan (la collezione cipriota e il Van Dyck, ndr)». Il ministero chiede il rispetto dell’accordo del 2006 «quale modello esemplare di collaborazione internazionale». Un patto che - scrivono da Roma - serve anche «a contrastare il traffico illecito del nostro patrimonio archeologico».

A questo punto la Regione dà il proprio via libera. Anche se Crocetta invoca la revisione degli accordi del 2006. Coppe, medaglioni, pissidi e l’altare stanno per partire verso New York. Lasceranno il museo di Aidone, indebolendolo: visto che malgrado la presenza della Venere di Morgantina fa ancora registrare un numero così basso di visite turistiche da essere agli ultimi posti nella classifica regionale.

 

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