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Colpevole di stupro, il regista Roman Polanski fermato a Cracovia

Interrogato, è stato poi rilasciato a piede libero, perchè il suo arresto è stato considerato «superfluo»

VARSAVIA. Interrogato e poi rilasciato a piede libero, perchè il suo arresto è stato considerato «superfluo» dai magistrati di Cracovia. È l'avventura vissuta da Roman Polanski, il celebre regista (fra gli altri de 'Il pianista', 2002) che in questi giorni si trova in Polonia per l'apertura del nuovo Museo della storia degli ebrei polacchi, avvenuta giorni fa a Varsavia.

Polanski, 81 anni, ha rilasciato oggi alla procura polacca tutti i suoi recapiti, ma si è rifiutato di rispondere alle domande che si riferiscono al processo negli Stati Uniti del 1978. Fuggito allora dagli Usa in Europa, è ricercato dalle autorità giudiziarie americane con un mandato di cattura internazionale perchè considerato colpevole di stupro dell'allora tredicenne Samantha Gailey, che sarebbe avvenuto nella casa di Jack Nicholson. Una rinnovata richiesta di arresto è giunta a Varsavia quando le telecamere della tv lo hanno
mostrato nel pubblico dell'inaugurazione del Museo. «Non poteva non esserci, è fortemente legato alla storia degli ebrei di Polonia», ha commentato il diplomatico polacco Tomasz Orlowski, ricordando che il regista nel 1943 è fuggito dal ghetto di Cracovia, mentre sua madre e tanti familiari sono morti nelle camere a gas allestite durante la guerra dai nazisti. Si tratta della tragica esperienza che il regista ha rievocato nel film 'Il pianista', che racconta la vera storia di un musicista ebreo, Wladyslaw Szpilman, il quale, salvato dal ghetto di Varsavia, ha vissuto come un Robinson Crusoe, nascondendosi per mesi fra le rovine della capitale polacca e riuscendo a sopravvivere alla guerra anche grazie all'aiuto di un ufficiale tedesco.

Fra la Polonia e gli Stati Uniti vige l'accordo sull'estradizione, ma Polanski ha anche il passaporto polacco e nel suo caso l'accordo non è automatico: infatti non obbliga i due Stati ad estradare i propri cittadini e in tal caso lascia la decisione definitiva al Guardasigilli. La situazione non è nuova per le autorità polacche, perchè negli ultimi anni Polanski è già tornato in Polonia diverse volte, anche se in incognito: nel 2011 è venuto per il funerale di un suo amico, nel 2013 è stato al Festival del cinema a Gdynia sul Mar Baltico, mentre l'estate scorsa è stato visto più volte a Cracovia, dove, secondo i media, avrebbe l'intenzione di realizzare con il produttore Robert Benmussa il suo prossimo film sulla vicenda di Alfred Dreyfus, un capitano di origine ebrea dell'artiglieria francese condannato nel 1894 per alto tradimento e riabilitato solo nel 1906.

«Prima dobbiamo avere la certezza che Polanski sarà al sicuro e che per il film in Polonia non sorgeranno problemi», ha detto Benmussa chiedendo qualche mese fa garanzie.  Intanto, secondo i media, Polanski, che è cittadino onorario di Cracovia, ha già in affitto un appartamento nella città. Qualche garanzia, forse, quindi l'ha avuta.

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