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Sergio Cammariere: la mia musica è un viaggio che non si ferma mai

Il 14 novembre parte il tour che approda nei teatri, con la data zero di Fabriano

ROMA. "La musica è un lungo viaggio che non si ferma mai, che continua attraverso i luoghi e le emozioni che mi hanno ispirato e continuano a farlo". Ora quel viaggio, per Sergio Cammariere, dopo il disco Mano nella Mano uscito a settembre, approda nei teatri, con il tour "Sergio Cammariere in concerto" che parte il 14 novembre con la data zero di Fabriano e debutta poi in prima nazionale a Bari, al Petruzzelli, il 22 novembre.

"Sarà un ritorno alla formula classica - spiega l'artista - con il trio jazz, contrabbasso - piano - batteria, e le percussioni che entrano piano e si mescolano a suoni più latini e mediterranei", perché "la contaminazione dei generi è fondamentale e la musica non ha bisogno di settorializzazioni". Il tutto condito con la giusta dose di improvvisazione, come richiede il jazz: "Apro ogni concerto con una intro di solo piano, ogni volta diversa. E si andrà avanti per due ore, due ore e mezzo o magari anche tre, dipenderà dall'empatia, dallo scambio che si crea con il pubblico".

Ad accompagnarlo sul palco, per proporre alcuni dei nuovi brani ma anche i suoi successi - lui, che dopo gli inizi da autodidatta ha raggiunto con caparbietà la popolarità a 42 anni, con il Sanremo del 2003 e la canzone Tutto quello che un uomo, "un'esperienza fondamentale per me e magari tra un anno o due potrei anche tornare sul palco dell'Ariston" - ci sarà la sua "famiglia" artistica, i musicisti che lo accompagnano da sempre e che "sono cresciuti con me nel tempo": Amedeo Ariano, Luca Bulgarelli, Bruno Marcozzi. A loro si aggiunge anche Fabrizio Bosso con i suoi inconfondibili assolo di tromba.

Ad arricchire i live, di Roma e Milano, ci saranno anche ospiti a sorpresa. "Magari Antonello Salis o Roberto Taufic, chissà. Vedremo", dice con aria misteriosa Cammariere, citando i due musicisti con i quali ha collaborato anche nell'ultim album, dove la atmosfere delle bossa nova si confondono e si perdono in quelle brasiliane. "Mano nella mano è una suggestione che ho avuto guardando la costa africana - spiega ancora l'artista che si è dedicato anche alla musica nel cinema e nel teatro -, due continenti, quello europeo e quello africano, che si toccano, due mari, il Mediterraneo e l'Atlantico, che comunicano. Con la musica che è un linguaggio universale che unifica. Alcuni dei brani inseriti nell'album hanno avuto una lunga gestazione: così solare è stata scritta 28 anni fa. Perché inciderla ora? Perché ho trovato la giusta armonia tra noi".

Dopo l'apertura a Bari, il musicista, in attesa di confermare altre date, sarà a Bologna il 10 dicembre, il 18 gennaio a Roma, il 26 a Milano, il 31 a Barletta, il 2 febbraio a Napoli "per il viaggio che continua".

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