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"Il giovane favoloso", spopola nelle scuole il film su Giacomo Leopardi

«Non c'è bisogno di conoscere a memoria le poesie di Leopardi per andare a vedere questo film, si può - ha detto il regista - non conoscerlo affatto. Questa è la storia di un uomo speciale e immenso, complesso nelle sue contraddizioni»

ROMA. Duecentocinquanta copie per il debutto il 16 ottobre con 01 e una grande mobilitazione scolastica con centinaia di prenotazioni da tutti i provveditorati italiani. Sta per cominciare, dopo l'accoglienza calorosa alla Mostra del cinema di Venezia, ai festival di Toronto e di Londra e dopo il successo popolare a Recanati nel weekend con 35 mila persone, moltissime in abiti ottocenteschi, il viaggio del Giovane Favoloso in sala.

Il film di Mario Martone, che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha visto e apprezzato in proiezione privata, punta a far riscoprire, se ce ne fosse bisogno, la grandezza di Giacomo Leopardi. «Non c'è bisogno di conoscere a memoria le poesie di Leopardi per andare a vedere questo film, si può - ha detto il regista - non conoscerlo affatto. Questa è la storia di un uomo speciale e immenso, complesso nelle sue contraddizioni, un rivoluzionario in lotta per la sua libertà contro le gabbie che la vita mette davanti a tutti noi, nella famiglia, nel lavoro, nella società. La gran parte di noi viene a patti con queste costrizioni, ci fa indossare delle maschere, ma lui preferisce romperle e vivere una vita piena, a costo di ricevere in cambio infelicità».

E così, riscoprire Leopardi, fare la sua conoscenza in maniera approfondita «è fare un viaggio anche dentro noi stessi». Martone quel viaggio l'ha cominciato molto tempo fa: a Venezia disse che gli sembrava di aver fatto da sempre «un cinema leopardiano, fin da Tango glaciale dell'82, per temi e essenza». E la sceneggiatura, firmata con Ippolita Di Majo, è diventata un libro (Mondadori Electa). I testi del film sono tutti attinenti agli scritti di Leopardi: le poesie, lo Zibaldone, le Operette morali, e all'insieme del suo epistolario, una sorta di scrigno attraverso cui scoprire la sua vita, dalla giovinezza a Recanati con le giornate intere di studio nella biblioteca del padre, fino a Napoli con la composizione de La ginestra, il suo testamento poetico.

Il film, interpretato in maniera impressionante da Elio Germano, uno dei migliori talenti italiani, è in particolare rivolto proprio ai giovani che potranno sentire vicino quel giovane ribelle. «Il tema della ribellione e della diversità lo rende vicino a noi - sul set Martone lo aveva definito un 'Kurt Cobain dell'800' - ma al tempo stesso immortale perchè nelle sue poesie, come nella vita, tutto è autobiografico diceva Leopardi, c'è l'uomo da sempre». I dati delle prenotazioni da Agiscuola per le scuole secondarie di II grado sono parziali: centinaia e centinaia, con grande soddisfazione del regista e dei produttori, Carlo Degli Esposti della Palomar e Rai Cinema.

Germano, che si è buttato a capofitto in un'impresa dalla quale esce con un'interpretazione da applausi, ha preparato «Giacomo» - lo chiama così solo con il nome - studiando prima delle riprese per 3-4 mesi, «un lusso vero per il cinema italiano» e quasi «non volevo andare sul set per continuare a studiarlo».

«Un attore - dice - può solo sognare di poter entrare in cotanti panni, in un mondo infinito così ricco che ogni volta che ti ci avvicini ti cambia. Leopardi ci insegna a vivere i nostri sentimenti, le nostre illusioni e io tutto questo dovevo restituirlo in carne: non è stato facile». Germano di Leopardi si è proprio innamorato, «perchè tutta la sua vita e le sue opere affondano nella nostra inadeguatezza di persone. E a me, che faccio l'attore quasi per difendermi dal mio sentirmi inadeguato, è quello che sta a cuore più di tutto».

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