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Kama Sutra, in una mostra a Parigi l'arte del fare l'amore

Allestita presso la Pinacoteca della città una rassegna dedicata al testo ancestrale, scritto in India nel IV secolo. La prima nel suo genere, precisa il fondatore del museo, Marc Restellini

PARIGI. Una raccolta di acrobazie amorose? Un manuale di erotismo? Un libro pornografico? Il Kama Sutra è uno dei testi più famosi e incompresi della storia, ci dice la Pinacoteca di Parigi, che al testo ancestrale, scritto in India nel IV secolo, ha dedicato una mostra. La prima nel suo genere, precisa il fondatore del museo, Marc Restellini. Il Kama Sutra «è molto più di un libro sul sesso. È un libro sull'arte di vivere. Sui profumi, sul cibo, sulla danza, sulla musica. È uno dei più bei testi sull'estetica della vita», ha osservato la curatrice della mostra, Alka Pande, scrittrice ed esperta di arte e cultura indiana. È «uno dei testi maggiori dell'Induismo medievale e un'opera destinata a servire da guida all'uomo e alla donna nel corso della loro vita al fine di raggiungere la salvezza», ha aggiunto Marc Restellini.

A scriverlo in sanscrito fu un saggio della casta erudita sacerdotale di nome Vatsyayana. La prima vera traduzione in inglese risale solo al 1963. Si divide in sette libri, il più noto dei quali in Occidente è il secondo, intitolato L'arte di fare l'amore, quello delle famose posizioni, che un tempo veniva offerto ai giovani sposi per dar loro un'educazione sessuale.  Ad ogni libro corrisponde una sezione della mostra: Afrodisiaci, Come sedurre la donna d'altri, La condotta della sposa, e così via. La maggior parte delle 300 opere esposte (da
oggi e fino all'11 gennaio 2015), arrivano da collezioni private, come quella di Shriji Arvind Singh Mewar, maharaja di Udaipur, erede di una dinastia millenaria. La maggior parte sono
state prestate da una coppia di collezionisti francesi, Beroze e Michel Sabatier, che negli anni hanno raccolto un centinaio di basso rilievi, miniature e oggetti di culto.

Tra questi ultimi, i «lingam», modellati nell'avorio o nel rame, simbolo del sesso maschile, oggetto dotato di poteri magici. I bassorilievi di epoche diverse, scolpiti nel legno o nella pietra, della regione del Tamil Nadu (nel sud dell'India), mostrano corpi allacciati acrobaticamente a darsi piacere reciproco, uomini dai lunghi e possenti membri, flessibili al di là del possibile, e donne in posizioni improbabili che sembrano danzare.

Le miniature delle scuole di Jodhpur, Jaipur e Sirhoi raccontano di incontri amorosi, di coppie che si fanno la corte sulle terrazze, dei torridi amori di Shiva. In mostra c'è anche il famoso quadro delle «80 asana» (le posizioni), della scuola di Nathdwara, che risale a fine XVIII-inizio XIX secolo. «Il dio cristiano è amore, il dio indiano fa l'amore. Più il dio è un buon amante, e più è un buon dio», ha osservato Restellini, che non si spiega come mai nessun museo avesse ancora dedicato una tale mostra al Kama Sutra: «Eppure - dice - è il libro più famoso al mondo insieme alla Bibbia».

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