
PALERMO. Torna alla luce l’unico crocifisso in cartapesta esistente in Italia, databile entro la prima metà del XVI secolo, proveniente dalla chiesa di S. Nicolò lo Gurgo e custodito nel Museo Diocesano di Palermo.
Il crocifisso segue l'impostazione iconografica tipica della Sicilia tra il Quattrocento e il Cinquecento e si caratterizza per la sua funzione specificatamente devozionale. Il Cristo, collocato su una croce lignea priva di cartiglio, si sviluppa frontalmente, con il capo reclino sulla spalla destra; gli occhi e la bocca sono chiusi e conferiscono un’espressione di contenuta sofferenza, mentre i capelli scivolano sulle spalle e lungo un lato del volto. Il Cristo mostra il bacino coperto da un aderente perizoma annodato sul fianco sinistro e i piedi incrociati presentano un solo chiodo.
“L’intervento di restauro del crocifisso al Museo diocesano di Palermo – spiega Mauro Sebastianelli, restauratore - è stato condotto secondo criteri scientifici e nel pieno rispetto dei principi e delle teorie del restauro moderno. Infatti è stato effettuato seguendo procedure e metodologie opportunamente studiate per restituire la corretta leggibilità all’opera rispettandone comunque la materia originale e il valore storico”. In tal senso il restauro è stato preceduto da un’indispensabile fase di studio e ricerca bibliografica specifica e fondamentalmente dall’osservazione visiva e diretta del manufatto e dall’analisi diagnostica di alcuni campioni prelevati. Inoltre, sia per lo studio che per tutte le fasi dell’intervento, è stata effettuata la documentazione grafica e la documentazione fotografica - a luce naturale e ultravioletta - anche con l’ausilio di un microscopio digitale.
“Il crocifisso oggetto del presente studio rientra – spiega Maria Concetta Di Natale, direttrice dei lavori - con ragione nella categoria dei manufatti in carta pesta macerata, ovvero, realizzati entro matrici con un impasto di carta pressata e sostenuta all’interno da frammenti di tela incollata, come ampiamente descritto da F. Baldinucci nel Vocabolario toscano del 1681, ed è attualmente l'unico documentato in Sicilia e certamente tra le più antiche in Italia, datata appunto entro il primo quarto del XVI secolo”.
Il restauro finanziato dal Rotary Club di Palermo-Monreale è stato fortemente voluto dal presidente in carica Col. Gaetano Maurizio Mellia, nel 2010.
© Riproduzione riservata
Contribuisci alla notizia: