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In mostra a Roma le opere di Fausto Pirandello, figlio del grande Luigi

Tra i quadri esposti anche l'unico ritratto del padre, lo scrittore agrigentino premio Nobel nel 1934

Roma. Ripropone uno dei più sensibili pittori italiani del XX secolo, la mostra che dal 17 marzo porta alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna a Roma le opere ideate da Fausto Pirandello per le Quadriennali del 1935 e del 1939. L'importante esposizione rappresenta anche l'ultima impresa della storica dell'arte e collezionista Claudia Gian Ferrari, che aveva scelto di impostare l'omaggio a Pirandello proprio partendo da questo nucleo di opere, in quanto, aveva detto pochi giorni prima della sua scomparsa, "quell'insieme", allestito alla seconda e terza edizione della rassegna romana, costituiva "il nodo centrale della sua pienezza creativa".
La selezione comprende appunto molti dei dipinti esposti da Pirandello in quelle due occasioni, uno dei quali, I ranocchi, mai più esposto al pubblico dopo la Quadriennale del 1939. Ad affiancarli, anche altri dipinti degli stessi anni e che Claudia Gian Ferrari (autrice del catalogo ragionato delle opere di Pirandello, pubblicato nel 2009) aveva scelto, "senza tuttavia esagerare nel numero, ma tenendolo contenuto in un percorso denso", per documentare con maggior ampiezza quel momento straordinario della carriera dell'artista. Fra questi spicca l'unico ritratto del celebre padre, Luigi Pirandello, che con l'occasione l'avvocato Pierluigi Pirandello ha generosamente deciso di donare alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna.
Fra i massimi esponenti della Scuola romana, l'artista era nato proprio nella capitale nel 1899 ed aveva iniziato a interessarsi alla pittura nell'ambiente familiare, in quanto anche il padre e il fratello Stefano erano pittori dilettanti. Interrotti gli studi classici per la chiamata alle armi nel 1916, al ritorno, nel '18, su suggerimento paterno si avvicina alla scultura e alla raffigurazione del nudo. L'esordio é del 1925 alla III Biennale romana e l'anno dopo espone per la prima volta alla Biennale di Venezia. Quando Pirandello si trasferisce a Parigi, il suo carattere pittorico è quindi ampiamente formato, ma non per questo sono meno importanti sia i contatti con il gruppo degli italiani nella Ville Lumiere (Severini, de Chirico, Savinio, Campigli, De Pisis) sia la conoscenza diretta delle opere di Cezanne e dei Cubisti. Nel 1929 tiene la sua prima personale parigina alla Galerie Vildrac. Tornato a Roma nel '31, espone alle edizioni di Biennali e Quadriennali, dove, nel 1935, ha una sua personale con 17 opere presentate in catalogo da un suo scritto teorico. Dalla metà degli anni '30 inizia il periodo più maturo dell'artista, segnato da drammi esistenziali e da una serie memorabile di opere, in cui predomina la forte componente materica e la composizione delle scene, che richiama la sua esperienza della avanguardie europee e l'amore per gli antichi. Proseguendo la sua intensa stagione espositiva (ancora la Quadriennale del '39), Pirandello grazie alla vena realista e espressionista è tra le voci più ascoltate nel panorama della giovane pittura italiana. E' in questi anni che inizia il rapporto la galleria milanese di Ettore Gian Ferrari, padre di Claudia, iniziando un rapporto di collaborazione che durerà per il resto della vita.

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