C’è anche un siciliano tra le vittime dell’esplosione avvenuta in una raffineria nell’area del sito Eni a Calenzano, in provincia di Firenze. È già stato identificato il corpo di una delle persone morte: si chiama Vincenzo Martinelli, 51 anni, di Prato. Un altro operaio è deceduto, mentre altri tre risultano dispersi.
Nella lista ci sono un operaio originario di Catania di 57 anni, un operaio di Napoli di 62 anni, un operaio originario della provincia di Novara di 49 anni, un operaio nato in Germania ma italiano di 45 anni e un operaio di Matera di 45 anni. Si tratta di operai che stavano guidando le autocisterne.
La testimonianza
«Stavo lavorando, ho sentito un boato e i vetri delle finestre sono schizzati sul mio volto provocandomi ferite alla fronte, per fortuna non gravi. Sapevamo che quest’area era pericolosa, ma non fino questi punto». A parlare è Nicolas Magnolfi, 29 anni, un operaio che stamattina stava lavorando in un’azienda di prodotti chimici a 50 metri dall’incidente. Nicolas ha detto di essersi conto di «quanto era successo solo una volta che – spiega – ho visto il fuoco dappertutto e la nubedi fumo. Poi sono subito scappato via».
Aperta un'inchiesta
«Sara aperto un procedimento penale per appurare eventuali responsabilità». Lo annuncia con una nota il procuratore capo di Prato Luca Tescaroli che stamattina ha fatto un sopralluogo nel deposito Eni a Calenzano, dove è avvenuta l’esplosione. «Un’esplosione con conseguente incendio e danneggiamento del deposito Eni» - prosegue il comunicato - ha prodotto la morte di due persone e il ferimento di nove soggetti, di cui due molto gravi». «Allo stato è possibile evidenziare che al momento dell’esplosione erano presenti diverse autobotti parcheggiate all’altezza degli stalli di approvvigionamento del carburante», conclude la nota.
A seguito dello spegnimento delle fiamme, «l'impianto è stato posto in sicurezza - prosegue la nota - l’ufficio della Procura ha curato un sopralluogo, tuttora in corso e coordinato le indagini» affidate al comando dei carabinieri di Firenze. La procura ha anche chiesto l’intervento di Arpat e Asl Toscana Centro «per evidenziare profili di possibile responsabilità sul luogo teatro dell’esplosione».
Caricamento commenti
Commenta la notizia