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Gli invasi sempre più vuoti in Sicilia, anche dopo le ultime piogge

Calo mensile del 4,5%, le dighe dimezzate rispetto al 2023. L’Ancipa sta per aggiungersi alla lista dei bacini già a secco

Dopo i danni causati dagli eventi alluvionali registrati il 19 ottobre scorso in Sicilia si sperava che le prime, vere forti piogge d’autunno avessero quantomeno risistemato il deficit idrico delle dighe siciliane, e invece: l’ammanco accumulato nell’anno dell’emergenza siccità non solo non inverte la marcia, ma prosegue imperterrito segnando un ulteriore calo del 4,5% rispetto a settembre. È quanto emerge dall’ultimo bollettino dell’Autorità regionale di bacino, pubblicato ieri con numeri fotografati in data 21 corrente mese, quando nel totale delle strutture sono stati rilevati poco più di 171 milioni di metri cubi d’acqua rispetto ai quasi 188 milioni contati quattro settimane prima, anche se il volume effettivamente prelevabile, sia per l’uso domestico che irriguo, ammonta a 55 milioni per non mettere in pericolo le specie ittiche che vivono nelle dighe.

Ma ad impressionare, ancora una volta, è il paragone con il 2023, quando i laghi siciliani, al primo novembre, contenevano 325 milioni di metri cubi di risorsa, quasi il doppio rispetto ad oggi (-45%), mentre alla lista dei bacini già a secco da tempo, come Fanaco (nella foto), Disueri, Ogliastro, Gorgo e Zaffarana, sta per aggiungersi adesso pure l’Ancipa, che rifornisce numerosi Comuni dell’Ennese e che potrebbe esaurirsi prima del 22 dicembre, data prevista dall’Autorità regionale.

Un servizio completo di Andrea D'Orazio sul Giornale di Sicilia in edicola oggi

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