Si va verso lo sblocco del rinnovo del contratto non solo per i dipendenti, ma anche per i dirigenti della Regione, per il triennio 2019-2021. L’esecutivo Schifani, nell’ultima riunione di giunta, ha dato il via libera al documento, su proposta dell’assessore alla Funzione pubblica, Andrea Messina. A fare inceppare la macchina burocratica era stata la mancanza dell’approvazione del Rendiconto per il 2023. Palazzo d’Orleans conta di accendere il semaforo verde entro novembre, dopo il via libera al riaccertamento dei residui attivi e passivi. Approvato in giunta, il Rendiconto passerà poi all’Ars per il sì finale. Il contratto dei dirigenti è ancora in fase di trattativa tra i sindacati e l’agenzia regionale che si occupa delle contrattazioni, ma il commissario straordinario, dell’Aran, Accursio Gallo, è fiducioso sull’intesa: «Sono sicuro che la chiuderemo in tempi brevi - spiega -. Ad aprile avevamo trovato l’accordo per il comparto, ma se la Regione non approva il Rendiconto, il contratto non verrà mai validato dalla Corte dei Conti». Attualmente i dirigenti sono 700, anche se il rinnovo degli stipendi riguarda un periodo in cui la pianta organica era più corposa e ne contava circa 810. L’incremento, comunque, è di circa 200 euro al mese spalmati in tre anni, dal 2019 al 2021. Aumenti che, a regime, potranno raggiungere i 250 euro per la fascia più alta. Contratto chiuso invece per i 10 mila dipendenti della Regione, i cui aumenti ad aprile erano slittati, perché la Corte dei Conti non aveva ratificato l’accordo, proprio per la mancanza del Rendiconto. L’intesa siglata negli uffici dell’Aran Sicilia prevede per i lavoratori un aumento mensile degli stipendi che varia da 61,82 per la categoria economica più bassa a 145 per quella più alta. Per le categorie A l’aumento medio è di circa 65 euro, per le B di circa 76 euro. Per le categorie superiori, invece, l’incremento medio è di cento euro (per le C) e di 120 euro (per le D). Dopo il via libera del documento contabile ed entro la fine dell’anno, i dipendenti prenderanno anche gli arretrati maturati nel triennio. Il ricorso ai dirigenti esterni Chiusa la partita del rinnovo 2019-2021, la Regione è già in ritardo per il triennio 2022-2024 che, invece, a livello statale è a buon punto. La patata bollente per i sindacati oggi, però, è un’altra: il ricorso all’esterno dei dirigenti, nei rami dell’amministrazione che ne risultano sguarniti. La platea dei dirigenti è di 700 postazioni – spiegano le sigle – ma è destinata a dimezzarsi, nel giro dei prossimi tre anni per via dei pensionamenti. Come se non bastasse, quando si tratta di occuparsi di settori delicati, spesso i bandi interni vanno a vuoto. Il caso è scoppiato da quando il dirigente generale dell’assessorato regionale alle Infrastrutture, Salvatore Lizzio, a fine agosto, dopo i primi due atti di interpello andati deserti, ha aperto anche agli esterni la possibilità di partecipare al bando per ricoprire il posto di caposervizio della Motorizzazione civile di Palermo, attualmente rivestito ad interim dal collega di Catania, Marco Anfuso, vicino alla pensione. Ma i sindacati, Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Sadirs, Cobas-Codir e Siad sono sul piede di guerra: hanno chiesto l’accesso agli atti e si dicono pronti a impugnare l’avviso davanti al Tar. Il motivo? «Attività contra legem – scrivono in una nota - perché il comma 6 dell’articolo 19 del decreto legislativo 165/2001 sancisce che, in assenza di dirigenti interni per la copertura delle postazioni dirigenziali vacanti, le richieste di manifestazione di interesse, prima che all’esterno, debbano essere rivolte ai funzionari direttivi di ruolo della stessa Amministrazione, per ridurre le spese». Il costo – ribadiscono i sindacati – non sarebbe indifferente, visto che un dirigente esterno costerebbe alle casse della Regione oltre 50 mila euro all’anno. Secca la replica del dipartimento dell’assessorato alle Infrastrutture: «È tutto falso, perché il bando per la Motorizzazione dà la possibilità di partecipare anche ai funzionari regionali interni. Tant’è – aggiungono - che la maggior parte dei partecipanti sono stati proprio i funzionari direttivi». Stesso discorso all’assessorato all’Energia e ai rifiuti, dove nei rispettivi dipartimenti mancano 4 dirigenti. L’assessore Roberto Di Mauro, «lamentando la cronica carenza di dirigenti cui attribuire la responsabilità delle strutture dei dipartimenti», ha chiesto alla giunta di «conferire gli incarichi a soggetti esterni». Ma i sindacati vogliono vederci chiaro perché, anche in questo caso, sostengono che il dipartimento non abbia cercato tra i funzionari direttivi interni. Se ne riparlerà martedì nell’ufficio dell’assessorato di viale Campania, dove alle 12 il dirigente generale Arturo Vallone ha convocato i sindacati pronti a fare battaglia.