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Abano, gruppo di trapanesi tra gli ospiti dell'hotel in fiamme: «Qui per un corso di yoga, abbiamo avuto tanta paura»

Il racconto della notte da incubo dei siciliani: «Il buio, l’odore del fumo, sono arrivati i pompieri e ci hanno preso con loro». Gli altri testimoni: «Fumo ovunque, la gente si calava con lenzuola»

Hanno la paura ancora negli occhi e gli indumenti impregnati dall’odore del fumo, gli scampati all’incendio dell’hotel Alexander di Abano. Molti erano qui da venerdì per un incontro di meditazione yoga organizzato dalla «Self-Realization Fellowship» di Los Angeles. Tutto si sarebbero aspettati, tranne che di dover fuggire nella notte, in pigiama e pantofole, per non morire intossicati.

Marcella, una delle ospiti, residente a Roma, è ancora scossa. Non vorrebbe parlare, poi racconta. Si trovava al secondo piano, da dove è partito tutto: «È stato così immediato - spiega - non respiravo, non sapevo dove andare. Ho cominciato a barcollare. Poi ho sentito i vigili del fuoco, dalle scale, e ho capito che prendevano gli ospiti per mano, bussando porta a porta. «Tutti giù per le scale di sicurezza urlavano. Noi in pigiama, al freddo, senza nulla... - prosegue la donna - Ho visto tre persone calarsi da una finestra, usavano le lenzuola. Credo siano quelle che sono rimaste ferite».

Per recuperare e portare al sicuro una donna con il suo bambino, in tenera età, i pompieri hanno dovuto sfondare una finestra dopo aver raggiunto uno degli ultimi piani con la scala telescopica. Di quei minuti infiniti di paura parlano altre due amiche, anche loro romane, Patrizia e Roberta: «Era tutto buio, non si respirava. Non c’erano vie di fuga e ci siamo rifugiate in terrazzino, al sesto piano, dove era la nostra stanza». «Gridavamo aiuto - aggiungono - nessuno ci sentiva nella confusione, poi è arrivata la gru con il cestello dei pompieri. Ci hanno prese e portate a terra. Adesso torniamo a casa».

Giovanna, giunta ad Abano da Trapani, assieme a Lino, è ancora sgomenta. «Non so cosa sarà di noi adesso - dice con un filo di voce - Abbiamo avuto tanta paura, il buio, l’odore del fumo. Eravamo alloggiati all’ottavo piano; sono arrivati i pompieri e ci hanno preso con loro, facendoci scendere, frastornati, per i tantissimi gradini delle scale anti-incendio». Dal vicino policlinico di Abano, intanto, arrivano coperte, teli termici, acqua, e assistenza medica». Tra gli evacuati c’è anche Simone, veneziano, ipovedente: «non voglio parlare - dice toccando nervosamente il bastone bianco - sono troppo scosso. Bisogna ringraziare i vigili del fuoco, i sanitari, le forze dell’ordine. Non sono stati solo professionisti ma delle grandi e belle persone. C’è chi fa del bene e va ricordato».

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