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Piove ma non basta a risolvere la siccità, gli agricoltori provano a salvare il salvabile

A rischio la produzione di pesche e arance

Persone si riparano dalla pioggia con ombrelli a Palermo, 11 febbraio 2024.ANSA/GIOVANNI FRANCO

E l’acqua dal cielo, alla fine, arrivò: la prima, vera pioggia della stagione per il versante centro-occidentale e centro-meridionale dell’Isola. Ma per adesso con intensità ed estensione minore di quanto previsto, «e comunque non tale da mitigare la situazione nei campi, dove i danni della siccità sono ormai irrecuperabili». A rimarcarlo è Paolo Ganduscio, agronomo e agrumicoltore di Ribera, che in attesa della seconda irrigazione di soccorso dell’anno, disposta venerdì scorso dalla Regione per le arance Dop dell’areale (le Riberelle) nonché per le pesche Igp di Bivona, conferma quanto spiegato al nostro giornale dal firmatario della stessa ordinanza, il direttore del Dipartimento regionale dell’Agricoltura, nonché commissario delegato per l’emergenza idrica nel settore, Dario Cartabellotta: «dopo mesi di caldo anomalo e precipitazioni prossime alle zero, buona parte del nuovo raccolto è già spacciata, tanto che qui non si parla più di salvare la produzione ma le piante, in fortissima sofferenza».

Il milione di metri cubi di acqua in arrivo dalla diga Castello e dagli invasi vicini, “liberata” da Palazzo d’Orleans dopo la riunione ferragostana della Cabina di regia e dei sindaci del comprensorio in Prefettura di Agrigento, «potrà alleviare di qualche giorno la situazione», cioè da oggi, «non appena le condutture andranno in pressione e cominceremo con i primi litri, e durante quasi tutta la settimana, fino a quando la risorsa non finirà.

Ma per gli alberi si tratta comunque di una specie di rianimazione, come una respirazione bocca a bocca, che basterà a stento a farli sopravvivere da qui a novembre, quando comincerà il raccolto. Perché a fronte di settemila ettari di impianti stiamo parlando di 150 metri cubi a ettaro, cioè un quarto del fabbisogno normale». Dopo di che, continua Ganduscio, una volta concluso il soccorso, «saranno dolori e dovremo confidare solo nelle piogge».

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