«Toti? Si deve dimettere, le accuse sono drammatiche, non stiamo parlando di un abuso d’ufficio». Lo spiega Sergio Cofferati, ex segretario della Cgil, genovese d’adozione, che dieci anni fa provò a candidarsi alla guida della Liguria, in un’intervista a Repubblica in cui commenta l'inchiesta che ha portato ai domiciliari Giovanni Toti. «Colpisce un sistema di potere: persone e organizzazioni del mondo istituzionale, economico e sociale. Oltre a quelli che sono direttamente coinvolti, perché hanno praticato illeciti, ci sono quelli che avendoli visti non li hanno denunciati - prosegue -. Non credo che i capi d’imputazione fossero ignorati da tanti che operano in quei settori». Per questo secondo l’ex leader Cgil «è indispensabile un azzeramento delle figure istituzionali coinvolte, sia politiche che amministrative. Non farlo sarebbe non solo un errore grave, ma penalizzerebbe la regione. Come si fa a svolgere l’attività politica mentre ci si deve difendere dall’accusa di corruzione? Accuse che vanno accertate, ovviamente, e lo farà il Tribunale. Ma intanto tolgono credibilità». Cofferati si è da poco reiscritto al Pd. Elly Schlein nel 2015 era nella piazza della Cgil contro il Jobs Act e ora firma per il referendum di Landini. «Certamente sì» ha fatto bene, «il partito all’epoca fece un errore. Il Jobs Act è una legge sbagliata, controproducente. Anzi, sarebbe stato utile cancellarla prima - conclude-. Visto che non è stato fatto, ora è giusto, ragionevole, percorrere un’altra strada».