Domenica 24 Novembre 2024

«Siccità estrema in Sicilia», situazione drammatica: calo delle piogge del 50%, mai così negli ultimi 35 anni

L'invaso Poma

Siccità severa, in alcuni tratti estrema. Una situazione che in Sicilia non si verificava dal 1989. I dati, e le conclusioni, sono quelle del Sias, il Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano: l'ente regionale che si occupa di raccogliere ed elaborare i numeri su piogge e meteo nell'Isola. Le conseguenze sono quelle sotto gli occhi di tutti, a partire dal razionamento dell'acqua nelle case di Palermo previsto già da oggi (5 aprile), visto il calo della portata degli invasi di circa il 50%. La media regionale delle piogge rilevate dalla rete Sias è di circa 36 millimetri, praticamente la metà della norma mensile, che per il periodo 2002-2023 è stata di 73 millimetri. Le precipitazioni del mese di marzo non hanno portato ad un recupero del deficit di precipitazioni accumulato fin dall'autunno, ma hanno semmai accentuato le condizioni di siccità in alcune aree dove di nuovo gli apporti delle piogge sono stati pesantemente inferiori a quelli attesi in base al clima. In realtà il primo trimestre dell'anno, in quanto ad accumuli totali, non è stato così asciutto come in altre fasi siccitose registrate in passato (prime fra tutte, quelle del 1977 e del 1989), tuttavia la situazione attuale risente pesantemente dei mancati apporti del periodo autunnale. Il quadro che ne emerge è drammatico: la siccità a breve termine interessa aree piuttosto limitate con intensità moderata, mentre la siccità a medio termine risulta invece coinvolgere gran parte della regione, e in alcune aree l'intensità viene bollata come «severa» o addirittura «estrema». Il fatto è che le piogge registrate nei primi tre mesi del 2024 sono state quasi interamente dai assorbite suoli e gli invasi si sono nel frattempo svuotati. Quel che più preoccupa gli esperti della Regione è che «le ripercussioni più gravi in questo momento - scrivono dal Sias -, più ancora che i danni all'agricoltura, sono rappresentate dalla mancata ricostituzione di riserve idriche adeguate nel sistema degli invasi e nei corpi idrici sotterranei». La soluzione? Proprio la pioggia ma precipitazioni nella norma non risolverebbero il problema e potrebbero comportare addirittura un peggioramento del quadro attuale. Servirebbero, piuttosto, nei restanti mesi primaverili, precipitazioni abbondantemente superiori alla norma per attenuare i disagi.

La situazione nel dettaglio

La mappa che guarda agli ultimi tre mesi non restituisce, in realtà, una situazione particolarmente preoccupante. Non sono tutte rose e fiori ma in gran parte della Sicilia non sarebbero probabilmente necessarie decisioni drastiche, escludendo la Piana di Catania, la parte settentrionale della provincia di Enna e alcune aree più interne del Palermitano orientale. Ma è andando indietro nella disamina delle precipitazioni che emergono i veri problemi. Guardando agli ultimi sei mesi, infatti, su tutto il territorio regionale emerge uno stato di siccità moderata, con aree molto vaste in stato di siccità severa e molte aree interne in stato di siccità estrema. «Bisogna andare indietro nel tempo, all'anno 2002 oppure al 1989, per trovare situazioni di tipo analogo», sottolineano dal Sias. Le mappe della Regione confrontano anche i dati degli ultimi dodici mesi e degli ultimi quattro anni ed è lì che sembrano nascere i primi problemi: «La maggiore estensione delle aree in stato di siccità moderata e severa rappresenta adesso meglio la situazione all'origine delle scarse riserve disponibili nel sistema degli invasi».

Caldo record in tutta la Sicilia

Alle scarse precipitazioni si aggiunge il caldo. Il 31 marzo scorso, il torrido giorno di Pasqua, 48 delle 96 stazioni della rete Sias distribuite in tutta la Sicilia hanno stabilito il loro nuovo record di temperatura massima mensile per il mese di marzo dalla loro installazione, quasi per tutte risalente al 2002. Dopo che solo due giorni prima tre stazioni dell'entroterra ionico avevano già superato il loro primato di marzo. Colpa delle correnti di Scirocco valori anomali soprattutto sul settore tirrenico, ma anche i valori registrati nelle aree interne della regione sono stati diffusamente oltre i massimi precedenti, così come è avvenuto anche sul settore meridionale centrale.

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