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Da Nicoletta ad Ana Maria, le storie crudeli delle donne rumene uccise in Sicilia

Per l'omicidio della ragazza di Marsala è stata condannata all'ergastolo l'amica. Ruxandra Vesco fu ammazzata e sepolta sul Monte Pellegrino, a Palermo

È lunga la lista di donne nate in Romania uccise in questi anni in Sicilia. I nomi delle due donne uccise a Naro, Maria Rus di 54 anni e Delia Zarniscu di 58, si aggiungono a quelli che già negli anni scorsi sono stati al centro delle cronache.

Tra i casi più efferati, ma non certamente l’unico, sicuramente c’è quello di Nicoletta Indelicato, 25 anni, uccisa con 12 coltellate e poi data alle fiamme a Marsala nella notte tra il 16 e il 17 marzo 2019, nelle campagne di contrada Sant’Onofrio. Per quest’omicidio, è stato condannato a 30 anni Carmelo Bonetta, all’ergastolo invece è stata condannata l’amica della vittima, Margareta Buffa, 34 anni, anche lei rumena.

Le due erano amiche ed erano state adottate da piccole da famiglie di Marsala, entrambe arrivavano dalla Romania. Sul movente dell’omicidio non è stata fatta ancora piena chiarezza, neppure nel corso delle udienze del processo tenutosi in Corte d’Assise a Trapani, anche se sembra che si possa collegare a una storia di risentimenti e gelosia. Nicoletta Indelicato avrebbe avuto un breve flirt con Bonetta, nel frattempo diventato fidanzato di Margareta. Nei mesi scorsi la Corte d’Assise d’appello di Palermo aveva confermato la condanna all’ergastolo per Margareta Buffa. Si trattava del processo d’appello bis dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio ad altra sezione della Corte d’Assise d’appello la condanna all’ergastolo inflitta a Margareta Buffa dalla seconda sezione l’11 luglio 2022.

Il 23 novembre del 2019 fu la volta di Ana Maria Lacramioara Di Piazza, 30 anni, rumena accoltellata a morte dopo un rapporto sessuale. Ad ucciderla l’imprenditore cinquantunenne di Partinico, Antonino Borgia, che con la donna aveva avviato una relazione da circa un anno. La donna, nata a Bucarest e adottata da una famiglia di Partinico quando era piccola, aveva confessato a Borgia di essere incinta e che il figlio era suo. La vittima avrebbe chiesto dei soldi per affrontare delle spese e Borgia ha iniziato a colpirla violentemente, con un coltello, alla pancia. Successivamente le ha dato bastonate in testa e poi l’ha sgozzata. Infine ha cercato di nascondere il corpo in una zona isolata di campagna, tra Balestrate e Partinico.

Nel 2014 a Canicattini Bagni, era stata la volta di Maria Ton di 36 anni, uccisa al culmine dell’ennesimo litigio con il marito Gheorghe Florian Ton, 41 anni, anche lui rumeno, poi arrestato. Non era la prima volta che marito e moglie litigassero per questioni di gelosia. Anzi, proprio per il suo carattere a volte violento, la donna aveva deciso in un primo momento di separarsi. Quando tutto sembrava andare per il verso giusto ecco nuovamente i litigi e alla fine l’omicidio della donna.

Un anno dopo, nel 2015, un’altra rumena, Ruxandra Vesco, era stata uccisa e sepolta sul Monte Pellegrino, a Palermo. La Corte d’Assise d’appello di Palermo nell’ottobre scorso ha confermato la condanna a 15 anni per Damiano Torrente, l’uomo che nel 2021 fece ritrovare il corpo della vittima.

Più di recente, nel 2022, è stata uccisa Georgeta Ancuta Pop, 43 anni, il cui cadavere fu trovato il primo dicembre in contrada Ritornella, fra Belpasso e Paternò, nel Catanese. La donna era stata uccisa a colpi di fucile nel casolare di campagna in cui abitava con alcuni suoi colleghi dell’azienda agricola per la quale lavorava. L’arma utilizzata per uccidere un fucile da caccia caricato a pallini fece ipotizzare un delitto premeditato, ma compiuto da qualcuno che non ha certo dimestichezza con fatti di sangue.

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