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Palermo, il voto di scambio mafioso non ci fu: assolti il candidato di Forza Italia, il boss dell'Uditore e suo cugino

Il Tribunale di Palermo ha prosciolto Pietro Polizzi che si era presentato alle ultime elezioni comunali del capoluogo, l'uomo d'onore Agostino Sansone; e Manlio Porretto, una persona ritenuta a lui vicina

Da sinistra Pietro Polizzi e Agostino Sansone

Il fatto non sussiste: con questa formula la quarta sezione del tribunale di Palermo ha assolto il boss dell’Uditore Agostino Sansone, Pietro Polizzi, candidato di Forza Italia alle elezioni comunali del capoluogo siciliano del 12 giugno 2022 e Manlio Porretto, persona ritenuta molto vicina a Sansone.

Per i tre, nell’imminenza delle amministrative, erano scattati gli arresti con l’accusa di voto di scambio politico. La vicenda era finita al centro della campagna elettorale ed era stata oggetto di polemiche, anche sul presunto inquinamento della coalizione che sosteneva il candidato poi eletto sindaco, Roberto Lagalla, sostenuto da Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri, entrambi condannati per vicende collegate a Cosa nostra.

Ora i giudici del collegio presieduto da Bruno Fasciana, a latere Daniela Vascellaro e Giangaspare Camerini, hanno accolto le tesi degli avvocati Francesco Inzerillo, Fabrizio Biondo, Luigi Sambito, Nino e Sal Mormino, Francesco Riggio. Contro i tre imputati la procura aveva ottenuto il giudizio immediato, saltando dunque l’udienza preliminare sul presupposto che la prova fosse evidente e che le indagini si fossero chiuse in meno di sei mesi.

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