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Trovato il corpo di Giulia Cecchettin: era in un canalone vicino al lago di Barcis, nel Friuli

La conferma dall'ispezione cadaverica. La ragazza lasciata cadere per 50 metri. Nel parcheggio della zona c'era l'auto di Filippo Turetta, sul quale pende un mandato di arresto internazionale

Una foto di Giulia Cecchettin estrapolata dal volantino digitale condiviso nei giorni scorsi dalla sorella sul suo profilo Instagram

L’ha trascinata fuori dall’auto fino al bordo di una strada isolata tra le montagne di Piancavallo, dopo aver percorso decine di chilometri, e poi l’ha fatta rotolare lungo il dirupo, una caduta di una cinquantina di metri che si è arrestata solo in fondo al canalone. Filippo Turetta si sarebbe sbarazzato così del corpo di Giulia Cecchettin, la sua ex compagna che diceva di amare. E che fosse proprio Giulia, i soccorritori e le forze dell’ordine accorse sul posto non hanno avuto dubbi: il cadavere aveva addosso gli stessi vestiti che indossava la 22enne di Vigonovo la sera della scomparsa.

Un ritrovamento che ha del fortunoso, se non dell’incredibile. Se infatti non fosse avvenuto oggi, forse nessuno avrebbe più saputo nulla della ragazza. Per varie ragioni: la prima è che la zona, molto impervia sulle montagne della stazione turistica di Piancavallo, è, proprio per queste caratteristiche morfologiche, abitata da varie specie di animali selvatici, tra le quali il lupo, insediato stabilmente. Ma fortunatamente, dicono i soccorritori a mezza bocca, almeno questo scempio è stato evitato e il corpo della ragazza, dopo giorni, è stato trovato integro. In secondo luogo c’è il fatto che la strada nel periodo invernale viene chiusa fino al 15 aprile, perché impraticabile. Circostanza di cui Filippo Turetta potrebbe non essere stato a conoscenza. E c’è un terzo elemento, del tutto casuale, che è quello che poi ha dato la svolta alle indagini: giovedì mattina la telecamera all’ingresso dell’area turistica di Piancavallo è stata riaccesa: era inattiva da 4 giorni per manutenzione ma aveva comunque registrato i transiti delle auto. Così alla riaccensione è scattato l’alert: l’auto del ragazzo era transitata lì davanti.

Gli investigatori hanno immediatamente avviato indagini lungo i 12 chilometri da Piancavallo al lago di Barcis. E se ieri non aveva destato troppa attenzione la presenza di sommozzatori e investigatori intorno al lago, oggi alla notizia del ritrovamento del corpo, l’intera zona si è affollata di decine di mezzi dei soccorsi dei vigili del fuoco, della Protezione civile oltre alle auto con o senza insegne dei Carabinieri, dei magistrati di Pordenone e di Venezia. Assiepata, la folla di giornalisti, fotografi e operatori televisivi arrampicatisi fin oltre i mille metri di Piancavallo, proveniente da altre località dove si presumeva potessero trovarsi i ragazzi.

Il corpo era in località Pian delle more: a protezione di curiosi e giornalisti e, soprattutto, per eseguire tutti i rilievi del caso, la zona è stata completamente interdetta al traffico per un tratto di circa otto chilometri. In cielo, la Valcellina e il lago di Barcis sono stati sorvolati a lungo dagli elicotteri che perlustravano l’intera area alla ricerca della presenza eventuale dell’auto di Filippo, la Punto di colore nero, che però per il momento non è stata trovata.

A individuare Giulia era stato poco prima un cane della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia; l’ha individuata sotto il piano stradale, giù nel canalone. Dove si trova ancora il corpo: a recuperarlo sarà una squadra speleo-alpino-fluviale di Pordenone, data la difficoltà di raggiungere il luogo. Senza quella ripresa della telecamera, forse Giulia sarebbe rimasta laggiù chissà fino a quando.

Nella foto Giulia Cecchettin e Filippo Turetta

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