Domenica 22 Dicembre 2024

Una palermitana a Marrakech racconta il terremoto: "Un boato atroce, come se un aereo stesse precipitando vicino a noi"

Il rumore, il buio, la fuga. Arianna Campisi, 48 anni palermitana, da 24 vive a Marrakech racconta il terribile terremoto che ha colpito il Marocco, causando almeno duemila morti. "Intorno alle 23 (mezzanotte in Italia, ndr) abbiamo sentito un boato atroce, come se un aereo stesse precipitando vicino a noi. È stato terribile". A quel punto Arianna, che in Marocco ha una trattoria-tavola calda dove prepara piatti tipici siciliani, e il marito hanno lasciato immediatamente la loro casa: "Siamo usciti velocemente e ci siamo radunati nei giardini del residence e vicino alla piscina, come hanno fatto molti dei nostri vicini". Quella notte e la successiva hanno preferito restare a dormire fuori: "Per precauzione, ci sono ancora delle scosse di assestamento. La prima notte in auto, la seconda 'campeggio' nel giardino di un amica. Più divertente - sorride Arianna -. Qui in questi giorni moltissimi dormono nei giardini". La situazione a Marrakech, dopo la scossa di magnitudo 6,9 avvenuta 80 chilometri a sud-ovest della città, sembra che la situazione stia lentamente migliorando: "Nella Città nuova è tutto tornato come prima, tranne per la gente che la notte dorme nei giardinetti pubblici - spiega Campisi -. Il problema delle macerie c'è stato solo in Medina e in alcune zone della città, non in tutta per fortuna". Pochi i danni per la ristoratrice di Palermo: "Per fortuna solo il locale ha avuto qualche danno ma poca roba". Lei e la sua famiglia si stanno muovendo per donare il sangue, gli ospedali ne hanno bisogno, vista la quantità di feriti. Sono stati creati gruppi whatsapp "solidali" per dare una mano: "Sono stati colpiti chiaramente i più poveri. Quelli dei villaggi e quelli della Medina, che vivono in case vecchie e pericolanti". La situazione è drammatica altrove, ovvero dove il sisma ha avuto origine: "Il danno enorme lo hanno avuto gli abitanti dei Villaggi dell'Atlante. Che sono stati sotterrati dalla montagna".

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