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La strage del treno, s'indaga per disastro ferroviario: forse un errore umano

Fs: "I lavori sarebbero dovuti iniziare soltanto dopo il passaggio del convoglio". Salvini nomina una commissione

La procura di Ivrea indaga per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo in merito all’incidente che, a Brandizzo, nel Torinese, lungo la linea ferroviaria Torino-Milano, ieri notte è costato la vita a cinque operai, travolti da un treno in transito. Molti i punti non chiari della vicenda.

A mettere alcuni paletti sono state le Fs: «Per quanto riguarda la velocità del treno investitore, le condizioni della linea gli consentivano in quel tratto di raggiungere una velocità massima di 160 km/h. La questione è altra: i lavori, secondo procedura, sarebbero dovuti iniziare soltanto dopo il passaggio di quel treno». E parallelamente a quella della magistratura, è stata aperta anche un’inchiesta interna del ministero dei Trasporti, voluta dal vicepremier Matteo Salvini.

Per il momento il fascicolo della Procura di Ivrea è a carico di ignoti. I primi ad essere interrogati, già nel pomeriggio dopo le dimissioni dall’ospedale di Chivasso, sono stati i due macchinisti del treno, di 52 e 29 anni, entrambi residenti a Torino. Sotto indagine c’è il rispetto della procedura di sicurezza vigente. Il passaggio del treno era previsto, così come il cantiere di manutenzione che, in quel punto all’ingresso della stazione di Brandizzo, prevedeva la sostituzione di alcuni metri di rotaia al binario 1. Proprio quello dove il treno in transito, a 160 chilometri orari, ha falciato i cinque operai uccidendoli sul colpo.

Questo genere di interventi di manutenzione, che nello specifico riguardano l’armamento della linea, Rfi li affida anche a imprese esterne e sono lavori che si eseguono in assenza di circolazione dei treni. Secondo Rfi, «un cantiere di quel tipo può essere attivato soltanto dopo che il responsabile della squadra operativa, in questo caso dell’impresa appaltatrice, ha ricevuto il nulla osta formale ad operare, in esito all’interruzione del traffico ferroviario concessa da parte del personale abilitato».
I lavori, in buona sostanza, stando alle procedure vigenti, sarebbero dovuti iniziare soltanto dopo il passaggio di quel treno. Ci sarebbe stato quindi un difetto di comunicazione alla base dell’incidente.
Stessa mancanza di comunicazione di cui hanno parlato alcuni operai al sindaco di Brandizzo, Paolo Bodoni: «Da notizie che ho avuto dagli operai presenti, pare ci sia stato un problema di comunicazione tra la squadra presente sul posto e chi doveva coordinare i lavori. Ma sarà la magistratura a fare chiarezza su quello che è successo».

Il ministero dei Trasporti, intanto, nominerà una commissione, come annunciato oggi da Salvini. «Ci sono le ricognizioni in corso, la procura sta facendo il suo, il ministero nominerà anche una commissione perché nel 2023 non si può morire di notte lavorando sui binari: qualcosa non ha funzionato, c’è stato un errore umano». Il vicepremier ha ribadito che le norme già oggi prevedono che non si possa lavorare sui binari se non c’è la certificazione della sospensione del traffico ferroviario.
«Stiamo investendo in sicurezza per i lavoratori delle ferrovie, per gli operatori, per i passeggeri, su questo però voglio andare fino in fondo perché ci sono cinque famiglie che hanno perso i loro cari», ha aggiunto. «Pare certo un errore umano, ma non sta a me giudicare da parte di chi». La commissione, ha poi concluso Salvini, «non vuole certamente sostituirsi alla magistratura».

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