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Aumentano le truffe bancarie on line in Sicilia, record a Palermo

La Fabi: dati preoccupanti, l’Abi diffonde un vademecum per evitare le trappole del web

«La diffusione delle truffe bancarie online ormai è diventata un problema sociale da combattere con una educazione digitale e con una massiccia campagna di informazione e in questo quadro, è apprezzabile l’ulteriore iniziativa di Abi, l’associazione bancaria italiana che, con la collaborazione delle associazioni dei consumatori che lavorano con Abi al progetto trasparenza semplice, della polizia di Stato, di Certfin, Ossif e di Abilab, hanno predisposto dei vademecum, pubblicizzati ieri, per contrastare i crimini informatici e le truffe e per accrescere la sicurezza degli utenti». Lo dice Gabriele Urzì (nella foto), dirigente nazionale Fabi e responsabile salute e sicurezza Fabi Palermo, in relazione ai pericoli che ruotano attorno alla massiccia diffusione dei mezzi di pagamento elettronici e dell’home banking.

«Partendo dai dati dati pubblicati dall’Abf - continua Urzì - con particolare riferimento a Palermo e alla Sicilia, che hanno evidenziato la gravità del fenomeno con Palermo che conta l’11% del totale dei ricorsi presentati nel 2022. Solo per ricordare un caso recente, il 5 giugno l’arbitro del collegio di Palermo ha accolto il ricorso dei clienti di una banca disponendo il rimborso di 64.500 euro, perché ha riconosciuto la mancata predisposizione di adeguati presidi di allerta per comunicare immediatamente ai correntisti i pagamenti in essere sul loro conto».

Vademecum di sicurezza

«Ecco quindi l’importanza del vademecum Abi che contiene suggerimenti per evitare di cadere nella rete dei truffatori, che condividiamo pienamente - aggiunge - come usare password diverse complesse, non accedere a Internet da reti pubbliche, installare un antivirus e aggiornarlo costantemente, non diffondere informazioni personali online, verificare l’attendibilità del mittente prima di aprire link e allegati, in caso di telefonate sospette verificare il numero di telefono e non fornire mai dati riservati e, se si pensa di essere rimasti vittima di una truffa, contattare immediatamente la propria banca».

Anche in Sicilia, dove per una serie di motivazioni l’utilizzo dei pagamenti senza contante è inferiore alla media nazionale, grazie anche ad alcune iniziative degli istituti di credito che stanno riducendo o addirittura azzerando le commissioni su alcune transazioni con carte di debito e di credito, il ricorso a pagamenti digitali sta crescendo sempre di più. «Circostanza positiva ma che aumenta la possibilità di truffe. Unicredit, ad esempio - continua Urzì - ha già posto in essere l’azzeramento, fino al 30 giugno 2024, delle commissioni sui micropagamenti elettronici inferiori o uguali a dieci euro per le aziende con un fatturato fino ad un milione di euro. E, recentemente, Banco Bpm con l’obiettivo di diffondere gli strumenti elettronici anche per le operazioni di piccolo importo, ha disposto che per ogni transazione su circuito PagoBancomat di importo inferiore o uguale a 10 euro, effettuata dal 1° ottobre 2023 al 30 giugno 2024 rimborserà agli esercenti le commissioni».

Anche la Banca Agricola Popolare di Ragusa (Bapr) ha aderito  all’accordo per  mitigare i costi delle operazioni effettuate tramite Pos, rendere ancora più comprensibili i costi per gli utenti e, soprattutto, incentivare la diffusione e la digitalizzazione dei servizi di pagamento elettronici.

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