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Lipari, senza musica e tavoli esterni chiude il primo locale e spunta il cartello «Vendesi»

Il sindaco Gullo conferma la linea dura sulla movida e tuona: «Le isole non sono terra di nessuno…»

Senza musica e tavoli chiude il primo bar «L'Approdo» in via Maurilico. Lo ha annunciato il «patron» Mirko Lazzaro. «Tre multe per il suolo pubblico in una settimana - racconta - eppure stiamo lavorando con quattro tavoli contati autorizzati all’esterno, mi è stato detto che alla terza multa c’è la revoca dell’autorizzazione per il suolo pubblico, quindi sicuramente ci verrà tolto lo spazio esterno non so se per un paio di giorni o definitivamente. Sono arrivato a una conclusione; non ci sono le condizioni minime per poter lavorare, non riesco ad andare avanti così… buona stagione a tutti». E nel locale spunta il cartello "Vendesi". Nel contempo l’isola sui social si divide tra i favorevoli e i contrari all’ordinanza del sindaco Riccardo Gullo che ha posto dei limiti sia per la concessione del suolo pubblico che per la musica e ha ribadito che andrà avanti per la sua strada «le isole - afferma - non sono terra di nessuno».

In campo difatti sono scesi anche due esponenti nazionali di Fratelli d’Italia e della Lega. Dice Eliana Longi: «Le Isole Eolie vivono di turismo estivo e risentono ancora della crisi dell'intero comparto causato dal Covid-19. La riduzione dell'orario rappresenta un deterrente alla scelta della metà da parte dei giovani, che rappresentano una quota importante del turismo locale. I locali altresì sono un luogo di controllo, rispetto alla circolazione notturna di giovani e turisti, spesso fuori da ogni controllo”» Sulla stessa lunghezza d’onda Nino Germanà (Lega):«Il provvedimento del sindaco Gullo è un colpo mortale ad un intero settore che poggia le sue basi sui flussi turistici nei pochi mesi estivi, soprattutto ad agosto. I turisti che scelgono Lipari e le Eolie cercano divertimento e relax, come accade in tutte le isole del Mediterraneo». Luca Chiofalo, già assessore dell’ex giunta Giorgianni, ed ex presidente dell’associazione commercianti e influencer: «La “radicalità” delle ordinanze è la risposta agli eccessi degli ultimi anni, provvedimenti peraltro sollecitati dalla Prefettura. Verrà il tempo della misura. L’intrattenimento non mi sembra sia vietato, sono le emissioni sonore ad essere limitate. Non sono d’accordo su tutto, ma non mi sento di difendere il caos e lo scempio pregresso. Per la fase contingente, avrei esteso l’orario di apertura dei bar alle 3 e quello delle discoteche alle 4, ma, non si sostenga che andava tutto bene prima e che é tutto da buttare adesso. I bar non possono essere discoteca né offrire concertoni “amplificati” e sovrapposti per le vie del centro per evidenti e sperimentati motivi, il resto si può discutere. La barca Eolie può tenere mare grosso e navigare bene, ma, se ognuno rema in direzioni diverse e i tentativi di sabotaggio della plancia di comando si susseguono, non ci si muove e ci si potrebbe rovesciare». Vincenzo La Cava (Sud chiama Nord): «Occorre intervenire immediatamente modificando l’ordinanza al fine di consentire a tutti gli operatori turisti (al pari dei vacanzieri) di poter godere della stagione estiva ed invitando il sindaco ad avviare tutte quelle azioni amministrative volte ad evitare disordini».

La replica del sindaco

Il sindaco di Lipari Riccardo Gullo conferma la sua linea con lo slogan: «Le isole non sono terra di nessuno…». «Le esternazioni di questi ultimi giorni - tuona - sulle limitazioni delle emissioni sonore, persino da parte di due deputati al Parlamento nazionale, uno della Lega e l’altra di Fratelli d’Italia, mi ricordano i versi del Manzoni “S’ode a destra uno squillo di tromba; Da sinistra…”. Ma non ne bastava uno solo da destra?». «La regolamentazione delle emissioni sonore e degli orari di apertura e chiusura dei locali - puntualizza - non è frutto di convinzioni personali ma di una situazione di anarchia e di disagio che si è venuta a determinare, guarda caso, proprio nelle isole del Comune di Lipari. I provvedimenti adottati tendono a dare risposta alle tante vittime della “mala movida” di questi ultimi anni che non sono state ascoltate e che hanno subito immensi disagi. Tendono anche a caratterizzare le nostre isole come località dove la quiete, le bellezze naturalistiche, i panorami, la presenza di due vulcani attivi e il divertimento senza molestie possano rappresentare un nuovo modello di attrazione turistica». «Tale modello, tra l’altro - chiarisce - metterà al riparo l’amministrazione comunale dai rischi scaturenti dall’ultima sentenza della Corte di Cassazione che attribuisce ai Comuni l’onere di risarcire i cittadini vittime della “mala movida”». E conclude: «Le nostre isole non possono diventare in estate una discoteca all’aperto, Non sono la terra di nessuno, come qualcuno probabilmente pensa! Sono Patrimonio dell’Umanità e un contesto religioso, naturalistico, storico e culturale tra i più importanti dell’intero Mediterraneo».
Foto Notiziarioeolie.it

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