
Il bel tempo favorisce una nuova ondata di sbarchi dei migranti in Sicilia.
All’alba, su un natante di 6 metri, sono stati soccorsi a largo di Lampedusa 38 migranti (12 donne e 2 minori) dalla Guardia di finanza. Sono 1.046 i migranti che, con 25 barchini, sono giunti durante la giornata, ieri, sull’isola. All’hotspot di contrada Imbriacola, nonostante la raffica di trasferimenti disposti dalla Prefettura di Agrigento, ci sono 1.450 persone, a fronte di neanche 400 posti.
Intorno alle 5 sono sbarcati altri 38 migranti nel porto di Pozzallo, nel Ragusano. Erano a bordo di una motovedetta della Guardia di finanza che li ha recuperati da una imbarcazione in difficolta a sud est delle coste siciliane. Concluso lo sbarco, i migranti sono risultati essere originari di Bangladesh e Sudan, un’altra motovedetta militare ha mollato gli ormeggi per raggiungere un ulteriore target con 30 migranti a 25 miglia sud est di Portopalo.
Mentre scatta nei confronti della nave di Medici Senza Frontiere il primo provvedimento emesso contro una Organizzazione non governativa dopo l’introduzione del cosiddetto decreto ong, proprio ieri diventato legge. La comunicazione, arrivata solo in queste ore dopo lo sbarco del 17 febbraio scorso ad Ancona di 48 migranti a bordo, è stata riferita dallo stesso staff di Msf: «Le autorità italiane ci hanno appena comunicato che la Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere, è stata raggiunta da un fermo amministrativo di venti giorni e una multa da diecimila euro. La Capitaneria di Porto di Ancona ci contesta, alla luce del nuovo decreto, di non aver fornito tutte le informazioni richieste durante l’ultima rotazione che si è conclusa con lo sbarco ad Ancona».
Ma l’organizzazione sta adesso «valutando le azioni legali da intraprendere per contestare l’accaduto. Non è accettabile - commenta - essere puniti per aver salvato vite». Già dopo l’introduzione del decreto ong - oggi convertito in legge e che introduce appunto una serie di sanzioni per le organizzazioni umanitarie che non rispettano le nuove regole - la nave Geo Barents aveva effettuato altri salvataggi nel Mediterraneo, tutti conclusi con l’assegnazione di un porto dalle autorità italiane, così come successo per altre Organizzazioni non governative. La prossima a sbarcare in queste ore - nel porto di Ortona (Chieti) - sarà la nave Aita Mari dell’ong spagnola Salvamento Maritimo Humanitario, che ha a bordo 40 migranti.
Il provvedimento contro la Geo Barents rischia ora di innescare una nuova polemica da parte del mondo delle organizzazioni umanitarie impegnate nei salvataggi nel Mediterraneo, le quali già protestano contro il via libera definitivo del Senato al decreto. Quest’ultimo prevede determinate regole: tra queste il possesso da parte delle Organizzazioni di tutte le autorizzazioni rilasciate dalle competenti autorità dello Stato di bandiera e i requisiti di idoneità tecnico-nautica alla sicurezza della navigazione nelle acque territoriali. Inoltre sono obbligate a richiedere subito dopo il salvataggio l’assegnazione del porto di sbarco e in seguito immediatamente dirigersi verso la destinazione comunicata.
4 Commenti
Gaetano50
24/02/2023 10:13
Ma con la Meloni e Salvini gli sbarchi non dovevano esserci? Propaganda...... a chi vuole intendere.
Napalm
24/02/2023 11:34
Sono piaciuti all'Italia i contributi comunitari? Ora beccatevi gli sbarchi ed è inutile fare leggi attaccandosi a cose ridicole uno o due salvataggi sulla strada del mare e la ripicca dei porti più lontani il nostro paese sarà bacchettato dall'Europa come sempre anche se questa Europa non si capisce a cosa serve concepita in questo modo
Augusto Marinelli
24/02/2023 11:54
Pare che il famoso "blocco navale" annunciato come immediato e risolutivo dall'attuale ministro Santanchè, e non solo, presenti qualche crepa.
Enrico60
24/02/2023 12:10
Lo vogliamo capire o no, che oramai da tempo ci troviamo schiacciati maledettamente sotto un enorme peso che già paghiamo a carissimo prezzo ? Alla nostra minima reazione si scatena il finimondo buonista, opportunista e attaccato morbosamente al dio denaro. Sono pienamente convinto che se al posto nostro si fosse trovata l'Ungheria, ma anche la stessa Germania, per non parlare del Belgio o l'Olanda, le cose sarebbero andate decisamente in maniera diversa e nessuno avrebbe avuto nulla da obiettare, anzi... Sempre più, il Paese dei kaki !