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La rapina nella villa di Facchinetti a Bergamo, la voce dei Pooh: i 35 minuti più brutti della nostra vita

Roby Facchinetti, voce di Pooh

«Sono stati 35 minuti terribili, i più brutti della nostra vita». Roby Facchinetti non nasconde lo choc per la rapina subita domenica nella sua villa a Bergamo da tre banditi armati di pistole, che hanno costretto lui, la moglie Giovanna Lorenzi e il figlio minore, a consegnare gioielli e orologi.
«Voglio però tranquillizzarvi - scrive sui social ai fan preoccupati la voce dei Pooh -. Stiamo tutti bene. Non posso rivelare altro, atteso che sono in corso le indagini, ma vi ringrazio per la vicinanza che mi state dimostrando».
La rapina è avvenuta a pochi giorni dalla reunion dei Pooh per la prima serata del festival di Sanremo, dove si esibiranno come super ospiti. La banda era composta da almeno tre persone armate, vestite di scuro, con guanti e a volto coperto. Sotto la minaccia delle pistole, hanno costretto il 78nne Facchinetti e i familiari a consegnare gioielli, orologi, non è chiaro se anche denaro. Le indagini, affidate alla Squadra Mobile, non escludono che dietro al colpo possa esserci qualcuno che conosce i Facchinetti o che abbia frequentato per qualche ragione la villa, che si trova nella zona dello stadio.

Già nel 2017 un ladro aveva provato a introdursi nella villa, ma era stato messo in fuga.

Duro il commento di uno dei figli di Facchinetti, il conduttore televisivo e radiofonico Francesco: «Sono molto triste e amareggiato - dice in una serie di stories su Instagram - di come si è trasformato il nostro paese, qualcuno dice “ma voi avete la villa, per quello entrano a casa vostra” ma non è una condanna aver guadagnato soldi onestamente, mi devo sentire libero e sicuro nel paese dove vivo».
«È una vergogna - tuona Francesco - che in un paese dove c’è pressione fiscale al 60% noi non ci sentiamo sicuri, complimenti Stato, siete bravissimi, al governo destra e sinistra incapaci di mantenere ordine e controllo, non siete capaci di fare politica ma solo propaganda». «E allora chi può come ho fatto io va ad abitare da un’altra parte, per chi si chiede perché siamo andati a vivere in Svizzera - continua - è perché non voglio crescere i miei figli in un paese dove non possono essere liberi, dove non possono uscire di casa, dove ho paura a farli giocare al parchetto e di lasciare mia moglie a casa da sola. Non voglio più questo, allucinante». «Voi incapaci - conclude Facchinetti rivolgendosi ai politici, cui dà anche delle “capre” - avete reso il paese più bello del mondo un paese insicuro dove c’è da avere paura».
In Italia - rende noto il Codacons, commentando la rapina a villa Facchinetti - si contano 182mila rapine all’anno all’interno delle abitazioni private, quasi 500 al giorno, ossia una ogni 3 minuti circa.

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