Rafforzare i servizi e ampliare gli orari di apertura dei Centri Antiviolenza, aprirne di nuovi, anche «digitali» o in zone dove fino ad oggi non erano presenti iniziative a sostegno di chi ha subito violenza. Sono queste le principali iniziative che saranno realizzate grazie ai nuovi 8 progetti selezionati dalla Fondazione «Con il Sud» attraverso il “Bando per il contrasto della violenza di genere» e che saranno sostenuti con 2 milioni di euro. “Attraverso gli interventi inoltre saranno avviate o potenziate azioni che promuovono, oltre all’ascolto, all’accoglienza e all’accompagnamento ai servizi territoriali, anche percorsi di supporto legale, consulenza psicologica, sostegno all’autonomia (economica e abitativa), formazione, orientamento e inserimento lavorativo. - affermano i promotori dell’iniziativa - Verranno sperimentate anche metodologie innovative, dedicate sia alle donne che ai minori che hanno assistito ai maltrattamenti, con l’obiettivo di metterne in luce la relazione; verranno promossi percorsi di decostruzione degli stereotipi di genere e di educazione alle differenze nelle scuole». Sono due i progetti in Sicilia: «Venti a favore delle donne: percorsi di libertà per donne che subiscono violenza» a Catania - Adrano - Paternò - Misterbianco - Motta Sant’Anastasia per «potenziare i servizi di emersione e contrasto alla violenza di genere per donne disabili, migranti e in gravidanza, garantendo la presa in carico di 150 donne maltrattate». E ancora il progetto Vita - Violenza verso le donne: Iniziative Territoriali per l’Autonomia a Cefalù, Crini, Misilmeri, Lercara Friddi, Corleone, Partinico, Palermo (Sicilia). Le attività culturali, realizzate in 7 scuole dell’area metropolitana di Palermo, coinvolgeranno 440 insegnanti e 70 famiglie di minori nella fascia di età 4-7. I progetti permetteranno di raggiungere oltre 2.000 donne, in tutte le regioni in cui si svolgeranno i progetti, che hanno subito violenza e di sostenerne più di 1.600 in percorsi individuali di sviluppo e potenziamento dell’autonomia e dell’autodeterminazione personale. Circa 1.000 donne potranno acquisire maggiore consapevolezza e un livello di autonomia abitativa e lavorativa tale da facilitare l’allontanamento dall’ambiente familiare violento.