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Maltempo e terremoto, torna la paura nelle Marche

Senigallia, l'alluvione tragica di settembre

Maltempo e sisma: torna la paura nelle Marche. Ore di piogge, livello del fiume Misa che si alza fino a tre metri e allerta comunale di protezione civile con ordine di salire ai piani alti degli stabili per «prudenza». A
Senigallia e nel suo hinterland, notte di tensione per le precipitazioni che si sono abbattute sulla regione, nel timore che potesse ripetersi un’alluvione come quella del 15 settembre che ha seminato devastazione e morti con dichiarazione dello stato d’emergenza per le zone di Ancona, Pesaro e Macerata. Cessato allarme solo alle 5:30 dopo che i monitoraggi avevano ravvisato il passaggio della piena del fiume senza esondazioni e il contestuale attenuarsi della perturbazione.
Neanche il tempo di tirare un sospiro di sollievo, che una scossa magnitudo 4.3 si è registrata alle 6.20 in Adriatico davanti alle coste pesaresi: è la terza più forte dello sciame sismico in corso da dieci giorni, dopo quelle 5.5 e 5.2 del 9 novembre che hanno causato decine di milioni euro di danni e oltre 100 sfollati tra le province di Ancona e Pesaro Urbino.
La scossa è stata avvertita anche ad Ancona - una quelle minori in mattinata fino a 3.2 e 3.3 -, ma non ha causato altri problemi; e anche il Misa, ingrossato fino a 3 metri nonostante l’assenza di una una vera e propria «bomba d’acqua», non ha inferto altre «ferite» al territorio.
Un «lieto fine» preceduto però da ore di grande preoccupazione. Le piogge insistenti avevano consigliato al sindaco di Senigallia Massimo Olivetti di aprire il Centro operativo comunale alle 21.37 mentre il fiume si alzava. Alle 23, raggiunti 2,3 metri al ponte delle Bettolelle, il Comune aveva ordinato ai residenti di salire ai piani alti o recarsi al centro di accoglienza. Ore di trepidazione e monitoraggio costante in attesa che passasse la perturbazione, prima del cessato allarme.
Anche nell’hinterland senigalliese notte insonne. A Barbara, paese della 56enne Brunella Chiù, ancora dispersa dopo l’alluvione che ha causato anche 12 morti, il sindaco Riccardo Pasqualini ha monitorato personalmente il livello dei fiumi: «il Nevola è cresciuto circa 1,20 mt: era 5-6 metri sotto il ponte della Provinciale mentre la sera del 15 settembre l’aveva superato. Ma è piovuto tanto, e la paura c’è. La notte è passata, è già qualcosa».
Sul fronte sisma - oltre 30 scosse superiori a 3.0 davanti alla costa marchigiana dal 9/11 - la polemica si riaccende e il sindaco di Pesaro Matteo Ricci ribadisce: «In questo clima, dopo cedimenti, dissesti, famiglie evacuate, è ora che la Regione si adoperi per chiedere lo Stato d’emergenza. Non si può più aspettare».

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