Il tribunale del riesame di Palermo ha annullato la misura cautelare dell’obbligo di dimora imposta al maresciallo dei carabinieri del Nas Loreto Li Pomi, coinvolto nell’inchiesta della Procura denominata Sorella Sanità, su una serie di condizionamenti e aggiustamenti di gare di appalto nel mondo degli ospedali e delle aziende sanitarie della Sicilia. I giudici hanno contestualmente respinto anche l’appello della Procura, sempre contro il sottufficiale del Nucleo antisofisticazione dell’Arma: i pm volevano che gli fosse applicata una misura per un tentativo di concussione nei confronti dell’ex manager «pentito», Fabio Damiani.
La contestazione era stata ritenuta non sufficientemente grave dal Gip Clelia Maltese e ora il riesame ha confermato questo avviso. Li Pomi, difeso dall’avvocato Michele De Stefani, rimane così libero e senza alcun obbligo. Il mese scorso, quando erano scattati gli arresti disposti dal Gip, l’indagato era stato messo agli arresti domiciliari: secondo il pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis avrebbe approfittato della sua posizione per favorire un amico rappresentante nell’aggiudicazione di una gara da 17 milioni. Lo stesso giudice Maltese lo aveva poi liberato, imponendogli l’obbligo di dimora, adesso cancellato dal tribunale del riesame.
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