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Il Gotha dello streaming in Sicilia come la mafia: «Ormai semo un'organizzazione, c'è un boss...»

Una vera e propria organizzazione simile, come costruzione e come incarichi,  a quelle mafiose. Una sorta di gotha criminale, non nelle droga o in altro, ma nel mercato dello streaming illegale.

Un affare che comunque può portare in dote milioni e milioni di euro. Un gotha che decideva tutto: costi degli abbonamenti, sospensioni del servizio, modalità di distribuzione dei dispositivi, coordinando i singoli operanti sul territorio nazionale. E si parla di circa 900.000 "abbonati" illegali, circa il 70%. Da questo parte l'operazione che si chiama, non a caso, "Gotha", che ha portato alla luce il gruppo operante tra Catania, Roma, Napoli, Salerno e Trapani e che ha smantellato una rete di servizi illegali. 

Il Gotha dello streaming

E nelle intercettazioni si capisce che loro erano a conoscenza del loro potere e sapevano benissimo che la loro era un'organizzazione in stile mafioso: "… Ormai siamo una organizzazione…c’è un boss…5 capi decine”, si legge.

Come c'è anche una sorta di "propensione" a risolvere le cose con la violenza, ad agire in questo modo nei confronti di chi non si adegua alle direttive dei vertici, con l'indicazione di “tenere un basso profilo” al fine di non esporre a rischi anche gli altri consociati.  “Virunu ca tu t’accatti na machina all’annu virunu ca ci spenni 50 mila euro na machina nova, virunu ca t’accatti scappi di 300 euro. …determinate cose sinceramente non si devono fare, determinati atteggiamenti…quanto più puoi volare basso sinceramente, cioè devi farlo… io ho dovuto fare mettere a posto pure a mia moglie, che non ci va a lavorare per pulire i soldi”.

Cosa che non sempre è stata rispettata, anzi: diversi indagati infatti, nonostante la conduzione di uno stile di vita particolarmente agiato, grazie ai proventi illeciti, erano privi di reddito e di proprietà mobiliari ed immobiliari, e alcuni avevano anche il reddito di cittadinanza e altri bonus sociali. 

Sfuggivano ai controlli grazie ad identità fittizie, documenti falsi (che utilizzavano anche per utenze, carte di credito e noleggi) e messaggi crittografati. 

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