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Battaglia legale sui migranti, il caso Catania finisce al Tar e in tribunale

E’ il giorno anche delle battaglie legali. Dopo l’annuncio, oggi la ong tedesca Sos Humanity presenta la Tar del lazio un ricorso contro il decreto del governo italiano che impedisce a 35 sopravvissuti a bordo di Humanity 1 di scendere a terra. E rende noto che avvierà un procedimento urgente dinanzi al tribunale civile di Catania per garantire immediatamente il diritto di coloro che richiedono protezione ad accedere a una procedura formale di asilo a terra.

Mirka Schafer, funzionario politico di Sos Humanity, spiega: «Sia il decreto che la prevenzione dello sbarco di 35 sopravvissuti da Humanity 1 violano il diritto internazionale e italiano». Sos Humanity presenta ora ricorso contro il decreto al Tar del Lazio: «Secondo il diritto internazionale, un salvataggio non è completo finchè i sopravvissuti non sono stati sbarcati in un luogo sicuro. E’ quindi illegale consentire solo ad alcuni dei sopravvissuti di scendere a terra. Inoltre, respingere il resto delle persone soccorse al di fuori delle acque territoriali nazionali costituisce una forma di rifiuto collettivo e viola quindi sia la Convenzione europea dei diritti dell’uomo che il principio di non respingimento della Convenzione di Ginevra sui rifugiati».

Sabato sera era stato chiesto alla nave di soccorso dell’organizzazione, Humanity 1, di entrare nel porto siciliano di Catania; 144 persone sono state autorizzate a scendere a terra, mentre le autorità hanno rifiutato di sbarcare 35 naufraghi. E’ stato chiesto ieri al capitano di lasciare il porto con a bordo i 35, ma il comandante ha rifiutato, citando la legge del mare: «E' mio dovere completare il salvataggio di chi è nel bisogno soccorrendo tutti i sopravvissuti in porto sbarcano da Catania come luogo sicuro. Non posso lasciare il porto finchè tutti i sopravvissuti salvati dall’emergenza non saranno sbarcati».
Il 4 novembre, dopo 13 giorni di attesa, era stato notificato un decreto firmato dai ministri dell’Interno Matteo Piantedosi, della Difesa Guido Crosetti e delle Infrastrutture e Mobilità Matteo Salvini. Il decreto vieta all’Umanità 1 di rimanere nelle acque territoriali italiane più a lungo di quanto «necessario per le operazioni di soccorso e soccorso a persone in difficoltà e in condizioni di salute precarie».
Nella notte dal 5 al 6 novembre, è avvenuta la «selezione», in condizioni arbitrarie e inadeguate», ricostruisce i fatti Till Rummenhohl, capo delle operazioni, «36 dei sopravvissuti in mare sono stati classificati come 'sanì dalle autorità e hanno dovuto rimanere a bordo. Dopo che gli è stato detto di non sbarcare, uno di loro ha perso conoscenza, è crollato e ha dovuto essere prelevato da un’ambulanza. Da allora, ci sono ancora 35 sopravvissuti a bordo di Humanity 1».

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