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Covid, Omicron 5 galoppa in Sicilia: ricoveri oltre la media nazionale, tornano i focolai

L'allarme non arriva solo dalle parole degli esperti, ma anche dai numeri. Il Covid è tornato a correre e, come ha detto il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) Giorgio Palù, il fatto che l'assenza di protezioni abbia fatto lievitare i contagi in estate, dimostra che il virus non è ancora stagionale, dunque non è nella sua fase finale.

La Sicilia è tra le regioni dove gli effetti sono più evidenti. Il dato più preoccupante arriva dagli ospedali dove sono in crescita i ricoveri nei reparti ordinari.

Ieri, 27 giugno, l'occupazione dei posti letto in area non critica ha raggiunto il 21%, contro una media nazionale del 9%. Il dato dell'Isola è in netto aumento, se si considera che il giorno prima era al 20% e che il 7 giugno era al 14%. Stabile, unica nota positiva, il dato delle terapie intensive con un'occupazione ferma al 3% in Sicilia contro una media nazionale del 2%.

Con questo trend, ha ipotizzato il commissario per l'emergenza di Catania Pino Liberti, l'apice della curva epidemiologica si avrà tra un paio di settimane. Sul banco degli imputati c'è Omicron 5, variante molto più galoppante delle precedenti. "I dati ci dicono che è 17 volte più contagiosa - ha spiegato Liberti -. Per limitare i contagi, il mio consiglio è quello di continuare ad usare la mascherina, soprattutto al chiuso o nei luoghi di assembramento"

I suoi effetti non si notano soltanto negli ospedali ma anche dal ritorno dei focolai. Come quello scoppiato in una casa di riposo di San Piero Patti, in provincia di Messina, dove si contano 14 positivi. Nessuno, per fortuna, ha avuto bisogno del ricovero ospedaliero, anche se restano tutti sotto osservazione nella struttura gestita dall’Asp.

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