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31 marzo, finisce lo stato di emergenza Covid in Italia: le tappe della pandemia

Il coprifuoco, le scuole chiuse, le mascherine, le vacanze di natale solitarie, i bambini chiusi in casa. E poi i 159 mila morti, il coprifuoco e, finalmente i vaccini. L'Italia oggi (31 marzo) esce dallo stato di emergenza, dall'1 aprile sono previste nuove regole, meno restrittive per cercare di lasciarsi alle spalle Covid e le ferite che questi due anni hanno lasciato su tutto il Paese. Dalle aziende chiuse, alla disperazione delle tante vittime da sole negli ospedali. Dall'ironia sui social ai figli cresciuti con la mascherina sul viso.

Da quel 31 gennaio 2020 in cui il Governo decretò per la prima volta lo stato d'emergenza per il rischio sanitario legato al coronavirus è cambiato molto. Ecco alcune delle tappe più importanti.

È il dicembre del 2019 quando dalla città cinese di Wuhan arriva per la prima volta la notizia dell'esistenza del coronavirus. Il 31 dicembre dello stesso anni le autorità cinesi informano l’Organizzazione mondiale della Sanità che nella metropoli da 11 milioni di abitanti si è verificata una serie di casi simili di polmonite, la cui causa è però sconosciuta: il virus non corrisponde a nessun altro noto. L’epicentro della diffusione del virus sconosciuto viene individuata nel mercato del pesce di Huanan che dal primo gennaio viene chiuso.

Il 7 gennaio arriva la prima risposta scientifica: identificato un nuovo tipo di virus, precisamente un coronavirus, la stessa famiglia di cui fanno parte anche la Sars e la Mers. Il nuovo coronavirus viene rinominato “2019-nCoV”.

L’11 gennaio è il giorno in cui arriva la notizia della prima vittima del coronavirus: si tratta di un uomo di 61 anni, morto di polmonite. A quel punto sono una quarantina i contagiati nel Paese, secondo le cifre diffuse dalla Cina.

Il coronavirus fa il suo ingresso in altri Paesi vicini: casi di contagio vengono confermati, oltre che in Thailandia, anche in Corea del Sud, Giappone e Australia. Il 21 gennaio le autorità sanitarie statunitensi confermano il primo caso negli Usa: si tratta di un trentenne ricoverato a Everett, nello Stato di Washington. Anche lui era di ritorno da Wuhan.

A fine gennaio 2020 negli aeroporti di diversi Paesi del mondo (in foto, lo scalo di Fiumicino a Roma) scattano i controlli sui voli in arrivo dall’area di Wuhan. Utilizzati anche gli scanner per rilevare la temperatura corporea dei passeggeri.

Il 24 gennaio vengono accertati i primi casi in Europa: in Francia, a Bordeaux e Parigi, tre persone risultano contagiate dal coronavirus.

Il 30 gennaio l'Oms dichiara che il coronavirus un' "emergenza sanitaria globale". E lo stesso giorno vengono diagnosticati i primi due casi in Italia: si tratta di due turisti cinesi che sono stati ricoverati in isolamento all'ospedale Spallanzani. L'Italia chiude il traffico aereo da e per la Cina.

Il 31 gennaio il Cdm decreta lo stato d'emergenza per il rischio sanitario legato al coronavirus.

Tra il 21 e il 22 febbraio si registrano i primi contagi in Italia legati al Covid19. L'emergenza investe anche il nostro Paese con i focolai maggiori nel Lodigiano e in Veneto.

Il 4 marzo Giuseppe Conte, allora presidente del Consiglio, firma un nuovo decreto: scuole e università chiuse fino al 15 marzo, campionato di calcio a porte chiuse per un mese e restrizioni anche per cinema e teatri. Per tutti distanza di sicurezza di un metro, da evitare strette di mano e abbracci.

Nella notte tra il 7 e l'8 marzo, con un nuovo decreto, Conte limita le possibilità di movimento nelle zone più colpite dal contagio, in entrata e in uscita e all'interno dei territori. La sera del 9 marzo, con un nuovo decreto in vigore dal giorno successivo, tutta l'Italia diventa zona rossa.

L'11 marzo l'Oms dichiara che quella di Sars-CoV-2 è una pandemia.

Il 21 marzo in Italia chiudono tutte le aziende non strategiche. Aperti solo supermercati, farmacie e pochi altri servizi essenziali.

Il 4 maggio riapre la maggior parte delle attività produttive.

Il 18 maggio l'Italia prova quindi a ripartire: riaprono bar, ristoranti e negozi. Ricominciano le messe. I mezzi di trasporto e le strade delle città si ripopolano. Il tutto osservando le nuove regole di sicurezza: dal distanziamento sociale all'utilizzo delle mascherine.

Il 3 giugno riaprono i confini regionali e gli italiani sono completamente liberi di muoversi nel Paese.

Il 14 settembre arriva anche la riapertura ufficiale delle scuole in Italia da dove gli studenti mancavano da circa sei mesi.

In autunno una nuova ondata Covid colpisce l'Europa e arriva una nuova stretta alla movida e regole per bar e ristoranti. Le scuole rimangono aperte ma con una serie di regole da rispettare. Stop a sagre e fiere locali. Palestre e piscine hanno una settimana di tempo per allinearsi ai protocolli di sicurezza.

I 3 novembre il premier Conte firma un nuovo Dpcm, le cui misure entrano in vigore il 6 novembre. Viene istituito un regime di chiusure differenziate a seconda della fascia di rischio contagio alla quale appartiene una regione: gialla, arancione o rossa. Su tutto il territorio nazionale coprifuoco dalle 22 alle 5.

Il 3 dicembre viene emanato un nuovo dpcm, che detta le regole per le feste natalizie. Divieto di spostarsi tra Regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio. Vietato uscire dal proprio comune il 25, 26 dicembre e il 1 gennaio. In questi tre giorni ristoranti aperti solo a pranzo. Coprifuoco per Capodanno dalle 22 alle 7 del mattino; riapertura impianti sci dal 7 gennaio; chiusura dei centri commerciali nei fine settimana. Quarantena per chi torna dall'estero e per turisti che arrivano in Italia. Dal 7 gennaio didattica in presenza al 75% per gli studenti delle superiori.

Il 27 dicembre, in tutta Europa, è il Vax Day, la giornata in cui vengono somministrate le prime dosi del vaccino anti Covid di Pfizer-BioNTech. In Italia i primi ad essere vaccinati sono una dottoressa, un'infermiera e un operatore sociosanitario allo Spallanzani di Roma.

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