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Covid e scuole, in Sicilia c'è una ripresa dei contagi

Dopo una parentesi di 24 ore, torna ad aumentare, anche se di poco, il bilancio dei nuovi contagi da SarsCov2 individuati in Sicilia, risaliti sopra quota seimila, e a crescere, su base settimanale e dopo un mese con trend al ribasso, sono anche i contagi emersi dal fronte scuole, seppur di un soffio e al netto degli asili nido e della materna, dove la curva del virus appare stabile. Lo dicono i dati dell’Ufficio scolastico regionale, che nel suo ultimo report, rispetto al precedente focus, registra un rialzo sia nell’incidenza delle classi in quarantena, dal 6,7 al 7,8% sul totale degli istituti monitorati, sia nel tasso di alunni positivi, in Dad o in isolamento che frequentano la scuola primaria e la secondaria di prima e secondo grado, con asticelle passate, rispettivamente, dal 2,6 al 2,8% e dal 2,5 al 3%, mentre nella scuola dell’infanzia la soglia si attesta al 2,2%.

Tornando al quadro generale e quotidiano, l’Osservatorio epidemiologico regionale segna 6.107 nuove infezioni, 161 in più al confronto con venerdì scorso, ma a fronte di 40.165 tamponi processati, 1351 in più, per un tasso di positività che resta così stabile, intorno al 15%. Nel bollettino di ieri si registrano altri 15 decessi, per un totale di 9.848 vittime dall’inizio dell’emergenza, e 8395 guariti, mentre sul fronte ospedaliero si contano 910 posti letto occupati da pazienti Covid, di cui 852 (sei in meno) in area medica e 58 (due in meno) nelle terapie intensive, dove risultano cinque ingressi giornalieri. Questa, in scala provinciale, la distribuzione dei nuovi contagi, cui bisogna aggiungere gli ormai consueti casi comunicati in ritardo al ministero della Salute, pari, stavolta a 1.748: Messina 1.787, Palermo 1.777 casi, Catania 908, Agrigento 807, Trapani 781, Ragusa 626, Siracusa 524, Caltanissetta 492, Enna 153. Sono numeri che nelle prossime ore, per effetto del fisiologico calo tamponi del weekend, dovrebbero ricominciare a calare, per poi risalire martedì prossimo, mentre l’Isola e tutto il resto d’Italia si avviano alla fine dello stato d’emergenza e, dal primo maggio, alla sostanziale archiviazione del green pass prevista dall’ultimo decreto legge nazionale. Troppo presto per tornare a una vita normale, adesso che i positivi aumentano e con i booster vaccinali che in molti soggetti sono stati inoculati oltre quattro mesi fa?

Per Carmelo Iacobello, direttore dell’Uoc di Malattie infettive dell’ospedale Cannizzaro di Catania, «non c’è alternativa, perché in attesa di un siero anti-Covid tarato sulle nuove mutazioni di SarsCov2, preferibilmente sviluppato con tecnologia a base proteica come il Novavax, e al netto dei pazienti immunodepressi che hanno bisogno di un richiamo, non possiamo certo andare avanti a forza di quarte o quinte dosi ogni quattro mesi, perché così, anziché potenziare il nostro sistema immunitario, finiremmo per stancarlo. Dobbiamo piuttosto imparare a convivere con il virus, consapevoli che Omicron e le sue sottovarianti, benché più contagiose del ceppo Delta sono meno aggressive e patogene, avendo cura, anche dopo la fine dello stato d’emergenza, di usare le regole di profilassi quando siamo di fronte a persone anziane o non vaccinate».

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