È stata interrogata questa mattina dai pm di Firenze Rosa Belotti, la donna perquisita il 3 marzo scorso con l’accusa di essere coinvolta nell’esecuzione materiale dell’attentato di via Palestro a Milano del 27 luglio 1993, una delle stragi di mafia di quell’anno insieme a quelle di Roma e Firenze.
Secondo quanto spiegato dal suo difensore, avvocato Emilio Tanfulla, la donna avrebbe risposto alle domande dei magistrati della Dda fiorentina titolari dell’inchiesta sulle stragi, ribadendo la sua estraneità ai fatti che le vengono contestati. L’interrogatorio, durato circa tre ore, si è svolto a Firenze.
Rosa Belotti era finita nei guai per una fotografia. In particolare i magistrati avevano riesaminato il documento trovato alcuni mesi dopo l’attentato, nel settembre del 1993, durante una perquisizione effettuata in un villino ad Alcamo, nell’ambito delle indagini sulle stragi che portò al sequestro di numerose armi. Fu trovata in un volume di enciclopedia la foto di una donna, molto simile all’identikit elaborato sulla base dei racconti dei testimoni di via Palestro.
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