San Valentino in zona gialla. Ma in Sicilia c'è ancora poco da festeggiare. Se da un lato le terapie intensive si sono svuotate facendo calare il livello di saturazione ben al di sotto della soglia critica dell’arancione, dall'altro i ricoveri nei reparti ordinari sono ancora molto alti (36 per cento a fronte del tetto del 30).
A preoccupare sono i focolai di Omicron in aumento, secondo i dati della cabina di regia ministeriale: in Sicilia sono quasi 3mila, 2.951 per l'esattezza, il 97 per cento dei quali causati da Omicron. L'indagine dell’Istituto superiore di sanità relativa al 31 gennaio dice che su 185 campioni sequenziati dai 5 laboratori d’analisi autorizzati, 180 sono relativi a Omicron mentre solo 5 (anche se in misura maggiore che nel resto d'Italia) a Delta.
E si temono nuovi focolai anche negli ospedali. Nei reparti l'attenzione resta alta e lo dimostrano i ricoveri ordinari. Ieri, inoltre, al pronto soccorso dell’ospedale Cervello ci sono stati una quarantina di nuovi ingressi, che impongono di non abbassare la guardia. Non a caso, almeno per adesso, la Regione ha deciso di non depotenziare i reparti Covid che circa un mese fa erano stati riconvertiti per fronteggiare il grande aumento dei contagi.
A breve però si dovrà decidere come affrontare la pandemia nel prossimo futuro, anche in vista di un possibile stop allo stato di emergenza il 31 marzo. Nel nuovo corso potrebbe avere un ruolo determinante nel monitoraggio il “Centro siciliano epidemie e pandemie”, istituito con decreto assessoriale del 23 dicembre con sede al Cefpas di Caltanissetta e che vede temporaneamente al vertice l’ex direttore del dipartimento Attività sanitarie, Francesco Bevere.
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