Mezza Italia è in zona gialla, con quattro regioni che ci sono passate da oggi: Lombardia, Lazio, Piemonte e Sicilia. Il totale sale così a 11, visto che erano già entrate in giallo Liguria, Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Calabria e le Province autonome di Bolzano e Trento. Per la Liguria si profila addirittura un possibile passaggio in arancione dal 10 gennaio.
Di fatto, però, i decreti varati dal governo nell’ultimo mese per fronteggiare la variante Omicron hanno superato e reso quasi inutile il sistema delle zone a colori. Dal punto di vista pratico, infatti, il passaggio non cambia molto in quanto l’obbligo di mascherina anche all’aperto è già in vigore in tutto il Paese e il limite delle 4 persone al tavolo è stato superato dall’obbligo di Super green pass per bar e ristoranti.
Solo per le regioni che come la Liguria potrebbero passare in arancione dal 10 gennaio ci potrebbe essere la novità dell’obbligo di esibire il certificato verde (anche ottenuto tramite tampone) per uscire dai Comuni con più di 5mila abitanti
«Il messaggio che passa oggi con la zona gialla non è per nulla rassicurante. Paghiamo noi ristoratori, così come è avvenuto già in passato il prezzo più alto, anche se le restrizioni imporranno pochi sforzi...». Giovanni Trimboli ristoratore e presidente della sezione ristoratori della Fipe-Confcommercio, nel primo giorno della Sicilia in giallo, non è particolarmente preoccupato dal cambio di colore: «L'obbligo della mascherina all’aperto - dice - unica misura reale, noi in Sicilia ce l’abbiamo da mesi», piuttosto invece lo preoccupa il messaggio che lui definisce «non rassicurante» che viene dai contagi. «I ristoranti che devono lavorare con il green pass - spiega Trimboli - sono sicuri eppure nelle recenti feste di Natale e Capodanno hanno pagato il prezzo delle continue disdette da parte del pubblico. Perchè la diffusione massiccia di un’ondata di contagi che c'è stata ha fatto temere il peggio. A mio avviso i pericoli maggiori sono stati nelle feste in famiglia: è bastato un positivo in casa per moltiplicare il numero».
Trimboli adesso guarda al futuro: «Speriamo che non si vada oltre il giallo, perchè il cambio ancora di colore e l’introduzione di nuove restrizioni potrebbe ancora di più danneggiare la nostra categoria. E’ stata durissima riprendersi dalla pandemia dei mesi scorsi, se ricominciamo a chiudere sarà la fine».
In città, a Catania, decine sono stati i ristoranti che hanno subito defezioni dai clienti durante Natale e il cenone di Capodanno. «Frigoriferi con scorte piene senza potere immaginare come utilizzare quando e come la merce acquistata nelle ultime due settimane - dice Franco, maitre in un ristorante che si affaccia sul lungomare di Catania - Ciò che ci preoccupa non la zona gialla, ma l’incertezza del futuro».
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