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Scommesse, raffica di controlli nelle province di Trapani e Messina

«I punti vendita ricariche (Pvr) per il gioco online sono al momento i centri con il maggior numero di controlli in Sicilia. Forze di polizia e funzionari dell’Agenzia delle Dogane controllano il territorio, accedono agli esercizi e ispezionano i locali, verificano i requisiti e le dotazioni, l’eventuale attività di somministrazione, perlustrano scrivanie e cestini, talvolta sequestrano i computer collocati nell’area internet contestando la presenza di apparecchiatura di intrattenimento in violazione della legge». È lo scenario delineato ad agipronews dall’avvocato Daniela Agnello, che assiste diversi operatori di gioco.

Sanzioni a Trapani e Messina

Proprio questa mattina l’Agenzia delle Dogane ha annunciato i risultati di una maxi-operazione di controllo in tutta Italia, incluse le province di Messina e Trapani. «Gli agenti e i funzionari - spiega il legale - sono dotati di moduli prestampati per facilitare e velocizzare i compiti di verifica e di verbalizzazione, hanno facoltà di scattare fotografie ai luoghi di intervento e di interrogare gli avventori. Serrati anche i controlli per verificare la presenza di minori all’interno dei locali e il rispetto delle disposizioni in materia di contenimento e gestione dell’emergenza sanitaria». «I funzionari predispongono un verbale di contestazione degli illeciti amministrativi e possono nominare il custode degli eventuali beni sequestrati. Sottoscrivono e rilasciano un verbale, cui seguirà un’ingiunzione di pagamento e un eventuale contenzioso in materia civile. Le sanzioni amministrative riportano somme ingenti che mortificano l’esercente e il suo duro lavoro di imprenditore. Abbiamo già ottenuto decisioni favorevoli alle imprese in materia di sanzioni amministrative, spesso con la condanna dell’amministrazione alle spese del giudizio», conclude la Agnello.

Cala la spesa per le slot machine

Secondo le elaborazioni di Agipronews sui dati del Libro Blu sui giochi dell’Agenzia Dogane e Monopoli, la spesa per slot machine e videolotteries durante lo scorso anno è diminuita del 48% rispetto al 2019, passando da 492 a 255 milioni. Per il 2020, la spesa complessiva del gioco (ovvero la raccolta meno le vincite tornate ai giocatori) è crollata a poco più di 759 milioni, in calo del 35%. I dati mostrano l’effetto del lockdown di oltre 5 mesi che ha messo in ginocchio il settore retail: a farne le spese soprattutto le scommesse ippiche (-47, 4,6 milioni) e il bingo (-54%, 35,8 milioni). Male anche le scommesse sportive (-33%, 56,2 milioni), e quelle virtuali (-37%, 21,7 milioni).

Proposta una modifica alla legge sui giochi

Una modifica alla legge sui giochi in Sicilia per rispondere alla decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la norma davanti alla Corte Costituzionale. È quanto ha proposto in questi giorni all’Assemblea regionale siciliana Tommaso Calderone, consigliere di Forza Italia, che era stato il relatore della norma prima che finisse nel mirino del Governo. La questione nasce da un comma della legge, che consente la cessione della licenza di pubblica sicurezza – rilasciata dalla Questura – in caso di subentro nella gestione dell’attività di gioco. Secondo i tecnici di palazzo Chigi, la legge siciliana che introduce il subingresso nelle licenze contrasta con il testo unico di pubblica sicurezza e vìola la potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di ordine pubblico e sicurezza. Calderone spiega: «Credo di aver già trovato una soluzione. Ho depositato ieri una proposta di legge: in poche righe, introduce una piccola modifica che consente la trasferibilità della licenza in linea retta al discendente del gestore del punto gioco, a patto che abbia tutti i requisiti per ottenere la licenza di pubblica sicurezza previsti dalla legge. Così il problema sarà risolto. La sala giochi può essere trasferita al figlio del titolare – se non ci sono motivi ostativi – e non dovrà tenere conto del distanziometro».

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